Atalanta-Roma, sfida per il quinto posto: come una finale. Gasperini e De Rossi duellanti per la Champions

Atalanta-Roma si sfidano per il quinto posto: come una finale

Atalanta-Roma, sfida per il quinto posto: come una finale. Gasperini e De Rossi duellanti per la Champions
di Alessandro Angeloni
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Domenica 12 Maggio 2024, 06:05

E quando proprio non ce la fai più, quando la testa rifiuta un altro sforzo (e magari un’altra delusione), ecco l’Atalanta, l’avversario più difficile, quello che vive una situazione opposta alla tua. Qui non si tratta, come direbbe Guardiola, di andare dal dentista, la Roma è già sul lettino della fisioterapia, tra giocatori che non ce la fanno (Dybala e Spinazzola), quelli mezzi e mezzi (Pellegrini, ElSha, Cristante), eppure deve rimettersi in piedi, chiamata all’exploit, quello decisivo. De Rossi contro Gasperini, il nuovo e il “vecchio”, i due che fino a qualche giorno fa si sono beccati a distanza su questo benedetto recupero - previsto il 2 giugno - di Atalanta-Fiorentina che, secondo l’allenatore della Roma falsa il campionato, perché arriva con la Viola «che ormai avrà la testa da un’altra parte». Così DDR chiude la polemica e per Gasp arrivano pure i complimenti, proprio a poche ore dal match che indirizzerà una delle due squadre verso la Champions attraverso il campionato.

De Rossi: «Ho due-tre dubbi di formazione in vista dell'Atalanta, Gasperini ha cambiato il calcio e ha ispirato molti»

La Roma, dall’Europa League, è fuori, l’Atalanta no e può, vincendola, conquistare quel posto attraverso la Coppa e magari liberare il sesto slot.

Situazioni diverse, insomma. Il caso disperato oggi è la Roma, chiamata a vincere per forza (o quasi) sul campo di Bergamo, dove non passa da due stagioni e quel pomeriggio, con Mourinho in panchina, il protagonista fu Abraham, l’anti eroe delle sfide con Juve e Bayer Leverkusen. La Roma sa bene che vincendo le ultime tre partite, avrebbe il posto in Champions garantito: padrona del suo destino, si dice in questi casi. Ma vincere, ora, suona come un’impresa davanti a una squadra che va a mille, con gambe e testa. Troppe le criticità che hanno colpito i giallorossi e non solo per l’assenza di Dybala. La Roma è col fiato corto e ha avuto pochi giorni per recuperare, l’Atalanta, che gioca di più e ha due finali da disputare, ha una rosa diversa. «Avremmo preferito arrivare a questo match con il loro stato d'animo. Hanno meritato di andare in finale, noi no. Ma questa è un'altra partita, devi essere bravo da allenatore e calciatore a far scivolare via le scorie che ti porti addosso. Altra competizione, ci giochiamo tantissimo. Decisiva? Come lo sono tutti gli scontri diretti a fine campionato. Lo è ancora di più per il fatto che loro hanno una partita in meno e la recupereranno quando la testa dei giocatori della Fiorentina sarà altrove. Se non riusciremo a vincere avremo altre opportunità perché il campionato non finisce, ma di sicuro, questo, è uno snodo cruciale», così DDR. Che poi - superata la fase del duello con Gasp - regala miele al collega.

«È tra i tecnici più innovativi, ora non più perché tanti si sono ispirati a lui, ma ha cambiato il calcio, anche riportando qualcosa che esisteva già. Ha a disposizione calciatori con caratteristiche che gli consente di giocare in un certo modo. L’ho fermato quando ero ancora calciatore per chiedergli se potevo andarlo a spiare, perché avevo in mente di fare questo mestiere e mi incuriosiva molto. L'Atalanta è qualcosa di unico, sta ispirando molto tanti colleghi». Ora la Roma potrà pensare alla sfida con l’Atalanta senza calcoli, visto che la prossima settimana non avrà impegni. «Abbiamo giocato tanto, poco meno dell’Atalanta. Ma sapere che non avremo più partite mi consente di chiedere ai miei un ulteriore sforzo». La botta presa con il Leverkusen, dopo la grande illusione, è dura da smaltire. «I ragazzi sono sereni e hanno tutti quanti una sensazione di grande fiducia verso il futuro. Si rendono conto che giovedì abbiamo giocato alla pari contro una delle squadre più forti del mondo al momento». Ma stasera non basteranno i complimenti.

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