Spaccio ai “palazzi bianchi”: quattro sorveglianze speciali nel clan De Rosa

Spaccio ai “palazzi bianchi”: quattro sorveglianze speciali nel clan De Rosa
di Laura Pesino
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Sabato 18 Maggio 2024, 09:20

Dopo le misure di prevenzione già arrivate per i fratelli De Rosa, scattano altre quattro sorveglianze speciali a carico di altrettanti componenti del gruppo criminale che faceva capo alla nota famiglia del capoluogo.

I provvedimenti, richiesti dalla procura, riguardano nello specifico Marco Maddaloni, Giovina De Rosa, Massimo Cavallaro e Leonardo Sciarrillo De Rosa, tutti coinvolti nell’operazione che lo scorso dicembre portò la squadra mobile a smantellare l’organizzazione capeggiata da Giulia De Rosa che gestiva lo spaccio avendo come base i palazzi bianchi di viale Kennedy. Per i quattro, tutti coinvolti nell’inchiesta dei mesi scorsi, il tribunale di Roma ha delineato un quadro di “pericolosità sociale”.

Dal quadro indiziario raccolto dagli investigatori e dal monitoraggio successivo della divisione Anticrimine della questura, è emersa infatti «un’attitudine al compimento di azioni delittuose per garantirsi un sostentamento», dimostrata dalle indagini sull’attività di spaccio e dai diversi precedenti degli indagati. Gli investigatori hanno insomma ricostruito una costante e prolungata propensione al crimine.

Marco Maddaloni, già gravato da precedenti, era stato destinatario, nel 2020, di un avviso orale del questore di Latina, provvedimento che però non ha sortito effetti sulla sua condotta criminale dell’uomo, coinvolto in diverse indagini sul traffico di stupefacenti. Per lui la sorveglianza speciale, che impone tra le altre cose l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza, avrà durata di due anni.

Per Giovina De Rosa, sorella di Cristian e Cesare, durerà invece tre anni.

La donna, attualmente ai domiciliari, ha altri precedenti e dal tribunale di Roma è ritenuta una persona che «abitualmente trae dal compimento di azioni delittuose i mezzi per il suo sostentamento».

Massimo Cavallaro è invece considerato dagli investigatori un «soggetto di grande spessore criminale», con condanne anche per reati legati ad armi e munizioni, estorsione, lesioni, spaccio, attività interrotte solo dalle misure cautelari.

Infine, Leonardo Sciarrillo De Rosa vanta un curriculum di rapine e droga iniziato da quando era ancora minorenne. Tutti e quattro erano inseriti nel gruppo della famiglia De Rosa, che controllava lo spaccio nelle più redditizie piazze cittadine. La gestione era di tipo familiare, con un mercato aperto h24 su cui gli acquirenti potevano contare facendo anche ordinazioni via messaggio. Al vertice Giulia De Rosa, insieme ai figli Cristian, Cesare, Giovina e Francesca.

L’inchiesta era scaturita da nuove dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che indicavano proprio nella capostipite della famiglia la figura in grado di organizzare gli affari legati alla droga.

Laura Pesino

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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