Taxi, muro sulle licenze: «Pronti a fare ricorso». Il 21 maggio sarà sciopero

Autisti divisi sull’ipotesi di bando del Comune che vuole mille nuove autorizzazioni E alcune associazioni stanno raccogliendo adesioni (e soldi) per contestare il provvedimento

Taxi, muro sulle licenze: «Pronti a fare ricorso». Il 21 maggio sarà sciopero
di Gianluca Carini
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Sabato 11 Maggio 2024, 09:17

La festa, appena cominciata, è già piuttosto movimentata. Parafrasando Sergio Endrigo, è questo il senso delle reazioni all’ipotesi di un’accelerata del Comune sul fronte delle nuove licenze: mille quelle dei taxi (duemila invece per gli Ncc) in più dopo il bando che il Campidoglio dovrebbe lanciare a giugno, puntando a concludere tutto per l’8 dicembre, data di inizio del Giubileo. Un incremento notevole: e la strada, come possibile immaginare, si preannuncia in salita.

«Tra gli associati stiamo raccogliendo 50 euro a settimana per eventuali ricorsi contro il bando, se avrà criteri non chiari», fanno trapelare alcune sigle. È chiaro che una pioggia di ricorsi potrebbe far slittare l’arrivo delle nuove licenze, sottolinea il consigliere del Campidoglio Federico Rocca (FdI), secondo cui «anche partendo ora i tempi sono piuttosto stretti e c’è il forte rischio che non si riesca a essere pronti per l’inizio del Giubileo, ma almeno per aprile o maggio del 2025». Lo stesso Rocca è presidente della commissione Trasparenza del Campidoglio: quella in cui si attende per settimana prossima l’ultimo via libera dell’Art (autorità di regolazione dei trasporti) per pubblicare il bando. Fino ad allora, non sarà possibile avere certezze su cosa in sostanza ci sarà dentro.

LE IPOTESI
Ovviamente però le ipotesi girano. In estrema sintesi, ci saranno un paio di prove (una orale e una scritta) per ottenere la licenza, che per i taxi non sarà comunque gratuita: servirà versare una somma di circa 70mila euro, destinata per l’80 per cento andrà ai tassisti come risarcimento (il resto invece andrà al Comune).

Le auto bianche, in ogni caso, hanno annunciato uno sciopero (nazionale) per il 21 maggio dopo l’ultimo incontro con il ministro delle Imprese Adolfo Urso: il casus belli è rappresentato dai decreti attuativi con le nuove regole sul settore, tra cui la regolamentazione delle piattaforme digitali. Difficile pensare però che la protesta non vada a comprendere anche questo secondo tema, ossia il capitolo Roma.

Già, ma i tassisti, di preciso, cosa vogliono? Chiedendo in giro, sembra che non lo sappiano nemmeno loro. O meglio che non vi sia in fondo un fronte così compatto.

LE OPINIONI
C’è Loreno Bittarelli (Uri) che ad esempio ritiene «eccessiva l’istituzione di una tariffa minima a 10 euro», a prescindere del chilometraggio percorso. Mentre «sarebbe sufficiente anche 8 euro». E infine, vorrebbe che «le tariffe di Roma fossero parificate a quelle (più alte, ndr) di Milano».
Lo stesso Bittarelli non si oppone in toto all’aumento delle licenze, anzi: al contrario, chiede subito 300 licenze e poi, eventualmente, di aumentarle con il tempo in base alla risposta delmercato. E ancora considera «giusto il prezzo di 70mila euro per una licenza, anche se corrisponde a quasi la metà del loro valore di mercato». Mentre per Alessandro Atzeni (Uiltrasporti Lazio) «nessuno può pensare di utilizzare come merce di scambio» l’aumento tariffario (definito «giusto e improcrastinabile») per ottenere «il via libera rispetto ai numeri spropositati paventati dal Comune riguardo le autorizzazioni oggetto di bando, nonché sul giusto valore da attribuire alle stesse». Insomma, sì all’innalzamento delle tariffe, no al rilascio di così tante licenze. E inoltre, il prezzo pagato dai nuovi tassisti dovrebbe essere più vicino a quello di mercato (così la pensano anche altre sigle). Per dare un’idea, a Milano, dove si è scelto di mettere mano alla questione stabilendo un prezzo per le licenze di 96mila euro, non sono mancati i ricorsi e attualmente il Comune sta affrontando vari contenziosi con le sigle. Insomma, come si farà, si scontenterà qualcuno. Difficile invece pensare di risolvere la questione puntando invece sul sistema della doppia guida (con la possibilità di turni più lunghi sulla stessa auto). Le cui autorizzazioni, anche per la ritrosia dei tassisti a condividere il proprio mezzo, nella Capitale sembrano essersi fermate a quota 450.

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