Elio e le Storie Tese: «Mio figlio autistico. Ai genitori dico, non rinviate la diagnosi. Feiez? E' morto davanti ai miei occhi»

Elio e le Storie Tese: «Mio figlio autistico. Ai genitori dico, non rinviate la diagnosi. Feiez? E' morto davanti ai miei occhi»
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Lunedì 13 Maggio 2024, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 15:33

Elio, frontman di Elio e le Storie Tese, si racconta in un’intervista rilasciata a Walter Veltroni per il Corriere della Sera dove parla del concerto che si terrà Il 26 maggio a Monza insieme al Trio Medusa e racconta anche dell'autismo di suo figlio Dante. 

L’autismo di Dante

«Ce ne siamo accorti molto presto - racconta nell'intervista a Walter veltroni - È stata mia moglie a percepire delle anomalie nel comportamento di Dante. Io la consolavo, le dicevo che tutto si sarebbe normalizzato. Ma noi abbiamo due gemelli e le differenze, nel percorso di crescita, si vedevano nettamente. È stato difficile trovare qualcuno che sapesse farci una diagnosi chiara e che ci indirizzasse. Non esiste un numero di telefono a cui rivolgerti, un indirizzo dove andare. Ti rendi subito conto che l’autismo di un figlio si coniuga con la assoluta solitudine dei genitori. E questo vale per ogni tipo di disabilità». Ai genitori consiglia di «fare presto, non aspettare i tre anni, non rinviare. Noi abbiamo visto che Dante aveva un’attenzione ossessiva per le trottole, anche lui girava su sé stesso e non finiva mai di farlo. Aveva attenzione per le cose e non per le persone. L’autismo può portare gravi difficoltà relazionali, anche ritardi mentali, motori, cognitivi».

Come sta

Poi spiega come sta oggi: «Ora ha 14 anni, lui è consapevole.

Anche troppo, lo dice continuamente. Ha fatto un lavoro impressionante, una fatica struggente. Anche in questo, i ragazzi autistici pagano un prezzo rispetto ai loro coetanei. Per lui tutto è stato fatica: mettersi una maglietta, andare in bagno, parlare. Tutto gli è stato insegnato. Lui ha faticato tanto, ma noi ci siamo potuti permettere che fosse seguito. Ma chi non ha i soldi? Anche qui, proprio quando la mano pubblica dovrebbe riequilibrare le differenze, invece si accentuano le diseguaglianze sociali. Esistono associazioni, ma sono private. Non c’è nulla di pubblico che affronti il problema dell’autismo e sia vicino alle famiglie».

La morte di Feiez

Poi Elio racconta la morte di Paolo Panigada, in arte Feiez, morto dopo un malore sul palco. «E' morto davanti ai nostri occhi. Non so a quanti sia capitato di vedere morire così un amico, qualcuno con cui hai condiviso giorni, sogni, speranze, rabbie. Lui aveva 36 anni. Quando crollò, suonando, ebbi la sensazione che se ne fosse andato un pezzo di me, che nulla sarebbe stato più come prima».

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