Elio, frontman di Elio e le Storie Tese, si racconta in un’intervista rilasciata a Walter Veltroni per il Corriere della Sera dove parla del concerto che si terrà Il 26 maggio a Monza insieme al Trio Medusa e racconta anche dell'autismo di suo figlio Dante.
L’autismo di Dante
«Ce ne siamo accorti molto presto - racconta nell'intervista a Walter veltroni - È stata mia moglie a percepire delle anomalie nel comportamento di Dante. Io la consolavo, le dicevo che tutto si sarebbe normalizzato. Ma noi abbiamo due gemelli e le differenze, nel percorso di crescita, si vedevano nettamente. È stato difficile trovare qualcuno che sapesse farci una diagnosi chiara e che ci indirizzasse. Non esiste un numero di telefono a cui rivolgerti, un indirizzo dove andare. Ti rendi subito conto che l’autismo di un figlio si coniuga con la assoluta solitudine dei genitori. E questo vale per ogni tipo di disabilità». Ai genitori consiglia di «fare presto, non aspettare i tre anni, non rinviare. Noi abbiamo visto che Dante aveva un’attenzione ossessiva per le trottole, anche lui girava su sé stesso e non finiva mai di farlo. Aveva attenzione per le cose e non per le persone. L’autismo può portare gravi difficoltà relazionali, anche ritardi mentali, motori, cognitivi».
Come sta
Poi spiega come sta oggi: «Ora ha 14 anni, lui è consapevole.
La morte di Feiez
Poi Elio racconta la morte di Paolo Panigada, in arte Feiez, morto dopo un malore sul palco. «E' morto davanti ai nostri occhi. Non so a quanti sia capitato di vedere morire così un amico, qualcuno con cui hai condiviso giorni, sogni, speranze, rabbie. Lui aveva 36 anni. Quando crollò, suonando, ebbi la sensazione che se ne fosse andato un pezzo di me, che nulla sarebbe stato più come prima».