Toni Capuozzo: «La lite tra Mentana e Gruber? Non fa onore al giornalismo. Io ai colleghi reggevo il microfono»

Toni Capuozzo ricorda Andrea Purgatori e fa una riflessione sul giornalismo di oggi.

Toni Capuozzo: «La lite tra Mentana e Gruber? Non fa onore al giornalismo. Io ai colleghi reggevo il microfono»
di Elena Filini
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Domenica 12 Maggio 2024, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 11:03

«Oggi Mentana e la Gruber litigano in tv per alcuni minuti di trasmissione. Io sono di un'altra generazione, ho vissuto un giornalismo diverso che oggi vorrei dire (ma tra virgolette) “cameratesco”. Ricordo una volta in Australia con Franco Di Mare. Lui aveva il febbrone, avevamo cinque minuti a testa per un'intervista, ha mandato me. Il polso che reggeva il microfono del Tg2 era il mio». Toni Capuozzo ricorda Andrea Purgatori e fa una riflessione sul giornalismo di oggi.

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Il ricordo

«Con Purgatori abbiamo raccontato il Libano nel 1983, ci siamo incrociati nei Balcani: Andrea era un giornalista che ha fatto inchiesta caparbia e pertinace. Pensiamo solo a Ustica. Su quel volo c'era un mio compagno di Università che tornava per una comunione dalla famiglia. Oggi abbiamo un'informazione che stenta a raccontare da vicino, è  un po' vittima di quella grande opportunità che è l'online». Capuozzo è tra i giurati del premio Parise che in giornata a Treviso ha decretato i vincitori dell'ottava edizione. «Oggi il giornalismo è molto usa e getta.

Sono felice che con il Premio Parise possiamo ricordare Andrea. E' un premio che ricorda una persona il cui tratto è stato quello di un giornalismo serio e caparbio».

L'ideale del giornalismo

Oltre al ricordo affettivo,  c'è il racconto di una figura in anticipo sui tempi, che si è sperimentata nella sceneggiatura, nel cinema e nella televisione. «E' difficile trovare qualcuno della sua generazione così leonardesco e questa è un'altra lezione - aggiunge Capuozzo - E poi il premio a Purgatori è un omaggio a un certo tipo di giornalismo multimediale che lui ha saputo  anticipare». Meno di un anno dalla morte, e un'inchiesta che ancora ne ricerca le cause. «Quella di Andrea è  una vicenda pirandelliana. Un giornalista che passa alla storia per aver cercato gli errori muore in circostanze che richiederebbero che un nuovo Purgatori facesse un'inchiesta.  La sua scomparsa è emblematica perchè questo caso evidenzia quello che succede spesso a persone qualunque. Le circostanze della morte non chiarite lasciano aperte troppe domande ma soprattutto il tormento di una scomparsa che impedisce di arrivare ad un punto fermo, di vivere il lutto». C'è nostalgia nelle sue parole.

La critica

Capuozzo parla di una generazione nata con l'idea che il giornalismo potesse cambiare il mondo. «Poi abbiamo vissuto poi la consapevolezza di cercare di raccontare la verità, abbiamo attraversato l'ammorbidirsi delle passioni. Venendo all'oggi, non è che la storia Gruber Mentana faccia onore al giornalismo. Dobbiamo ricordarci che il giornalismo è anche altro, una correttezza nei rapporti che è un po' da rimpiangere».

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