Poteri speciali a Roma, parte l’iter alla Camera: «Sarà come una Regione»

Il 16 maggio prenderà il via la discussione in Commissione Affari costituzionali. La proposta prevede di ampliare le facoltà normative in molte materie, esclusa la sanità

Poteri speciali a Roma, parte l’iter alla Camera: «Sarà come una Regione»
di Fernando M. Magliaro
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Sabato 11 Maggio 2024, 23:51 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 10:56

L’iter parte formalmente il prossimo giovedì 16 maggio, all’una e mezza. Quel giorno la Commissione Affari Costituzionali della Camera inizierà l’iter di esame della proposta di legge costituzionale che, se approvata, cambierà in modo radicale Roma e i suoi poteri.

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Il testo è sostanzialmente lo stesso che era stato approntato nella scorsa legislatura ad opera per il centrosinistra di Roberto Morassut, deputato ed ex assessore all’Urbanistica della Giunta Veltroni nonché “papà” dell’attuale piano regolatore della città, quello del 2008. E per il centrodestra da Paolo Barelli, deputato, capogruppo di Forza Italia, presidente della Federazione italiana Nuoto (Fin) ed ex assessore al Turismo della Provincia di Roma.

Nella scorsa legislatura, l’iter si interruppe dopo la lunga fase delle trattative fra le diverse forze politiche a causa della caduta del Governo Draghi e del successivo scioglimento del Parlamento per la convocazione dei comizi elettorali per le politiche. Quando si scioglie il Parlamento, tutti i progetti di legge depositati ma non ancora approvati muoiono lì. E per poterli recuperare, vanno ripresentati nella nuova legislatura.

NUOVI POTERI

Come detto, questo testo potrebbe essere la fine del trentennale confronto politico, piuttosto asfittico, sull’assetto di Roma come Capitale d’Italia.

Tema che, soprattutto durante la campagna elettorale per il sindaco esce fuori con una certa frequenza senza però, che sia chiaro in cosa consistano questi poteri. Oggi Roberto Gualtieri come sindaco di Roma ha gli stessi poteri del sindaco di qualunque altra città italiana: dipende dalla Regione per ottenere i fondi per il trasporto pubblico. È soggetto alle norme decise in Regione per tutte quelle competenze che la Costituzione le attribuisce in maniera «esclusiva» come l’urbanistica, i vigili urbani e simili. E tutti i sindaci, da Rutelli in poi, hanno sempre chiesto a gran voce di avere più poteri, di non essere soggetti alla Regione Lazio con la quale spesso si sono registrati problemi anche quando il colore politico del Comune e della Regione era lo stesso.

ROMA CAPITALE 2010

Ad oggi, l’unico tentativo di riforma risale al 2010, con la riforma Berlusconi/Alemanno che, però, a parte il cambio del nome da “Comune di Roma” a “Roma Capitale” sulla carta intestata è rimasto nel novero delle belle intenzioni. Nell’ultimo periodo, dopo anni di rinvii celati dietro approfondimenti, la Regione ha ceduto al Comune alcuni poteri in materia di Urbanistica, trattenendo, però, per sé i procedimenti di valutazione di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica. Nomi altisonanti la cui spiegazione più semplice è: Roma continua a non avere veri poteri autonomi. Non può sedersi al tavolo di confronto direttamente con il Governo quando si tratta di discutere temi che riguardano la città. Non può andare direttamente all’Unione Europea per partecipare a bandi e ricevere finanziamenti ma deve passare sempre per la Regione o per lo Stato.

IL NUOVO PROGETTO

Con questa nuova proposta di legge costituzionale, Roma otterrà, di fatto, gli stessi poteri di fare le leggi che oggi ha la Regione Lazio. Unica esclusione: la sanità che rimarrà appannaggio di via Cristoforo Colombo. Questo è l’accordo politico base che è stato raggiunto già nella scorsa legislatura. Quando però i deputati di Fratelli d’Italia si astennero. Per cui, il primo nodo politico da sciogliere sarà proprio quello legato al gruppo che oggi è quello di maggioranza relativa. Secondo passaggio tecnico-politico ancora aperto è quello legato ai trasporti. Nella stesura della scorsa legislatura anche i poteri sul trasporto rimanevano in capo alla Regione Lazio. Oggi, c’è da vedere se si andrà verso l’attribuzione a Palazzo Senatorio anche di questo potere che consentirebbe al Campidoglio di sedersi direttamente al tavolo del Governo per discutere della ripartizione del fondo nazionale trasporti, croce di tutti i sindaci e gli assessori ai Trasporti di Roma. Per comprenderne l’importanza: Regione e Comune stanno cercando di reperire fondi strutturali pari a 25 milioni di euro l’anno per evitare l’aumento del biglietto di corsa semplice di bus e metro da 1,5 a 2 euro.

Fra i nuovi poteri che verrebbero attivati dalla riforma, poi, c’è la possibilità di ricorrere alla Corte Costituzionale per i conflitti di competenze con altri organi dello Stato: lo Stato centrale stesso e le altre Regioni.

L’ITER

Come detto, si inizia giovedì. La Commissione si riunisce in “sede referente”: deve discutere sul testo, non ci sono votazioni da fare e poi deve, in caso, portarlo al voto in Parlamento. Trattandosi di una legge costituzionale l’approvazione avrà un iter più complesso rispetto a quello della legge ordinaria: ogni camera (Camera e Senato) dovrà votare due volte lo stesso testo. La seconda votazione non potrà aver luogo prima di tre mesi dalla prima. La Costituzione poi prevede che queste norme siano sottoposte a referendum costituzionale che può essere evitato solo se, nella seconda votazione, sia la Camera che il Senato, approveranno il provvedimento con almeno i due terzi dei suoi componenti.

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