Al G7 il Manifesto femminista di 42 paesi consegnato al governo Meloni, entro il 2030 si sogna la parità tra uomo e donna

Al G7 il Manifesto femminista di 42 paesi consegnato al governo Meloni, entro il 2030 si sogna la parità tra uomo e donna
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 20:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 15:34

Il programma è decisamente impegnativo. Quasi un sogno. Puntare entro il 20230 a debellare nel mondo l'asimmetria tra donne e uomini, azzerare le diseguaglianze sul lavoro, sbriciolare i pregiudizi, spegnere quel modello patriarcale che è all'origine delle violenze di genere. E' un manifesto articolato e corposo (intitolato “Domande femministe per costruire un futuro di pace, sostenibile ed equo”) quello consegnato ufficialmente ieri mattina alla ministra Eugenia Roccella dal W7 Summit, il movimento mondiale femminile che dal 2018 si incarica di fare entrare nei G7 i temi dell'uguaglianza tra i sessi. Il manifesto a sua volta sarà rimesso nelle mani della premier Meloni visto che dallo scorso dicembre l'Italia ha preso la guida di questo organismo.


MATERA


Roccella ha poi annunciato che dal 4 al 6 ottobre la città di Matera ospiterà un ulteriore tavolo con i ministri delle Pari Opportunità di Stati Uniti, Regno Unito, Germania, Giappone, Canada, Francia.

L’elenco dei temi da affrontare è lungo: giustizia economica, rafforzamento finanziario, violenza di genere, giustizia climatica, pace e sicurezza e riassume le conclusioni di sei mesi di lavoro da parte di attiviste e femministe di 42 paesi. «Nel G7 delle Pari Opportunità vogliamo occuparsi soprattutto di violenza ed empowerment, temi strettamente connessi e molto attuali anche per quello che sta accadendo» ha ricordato Roccella. Una chiave di lettura che fa capire cosa sia accaduto in Ucraina con gli stupri usati dai russi come arma di guerra e persino il 7 ottobre, «il femminicidio di massa» di Hamas contro le donne israeliane. Cose analoghe stanno accadendo in Iran e in diversi altri Paesi in cui il «controllo sul corpo delle donne è il nodo cruciale del potere». Davanti a tante atrocità è opinione comune che si dovrebbe adottare una cifra di giudizio apolitica.

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CODICI


«Significherebbe non farsi condizionare da valutazioni geopolitiche, appartenenze partitiche o ideologiche per trovare un linguaggio comune di sorellanza chiunque sia la vittima, la sua etnia, la sua religione, il governo del suo Paese» ha aggiunto la ministra. Tra le priorità si è evidenziato anche il bisogno di fare pressione per raggiungere un'equa rappresentanza di donne a tutti i livelli decisionali negli organismi politici ed economici pubblici e privati, nazionali, regionali e globali entro il 2030 e promuovere la partecipazione fissando obiettivi di genere con piani d'azione nazionali. Naturalmente questo comporterà destinare adeguate risorse per creare modelli economici «lungimiranti, inclusivi e innovativi, che funzionino per le donne». Allo stesso modo si dovrà «includere il nesso di genere in tutte le iniziative incentrate sull'ambiente».

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A dare il benvenuto alle organizzazioni femminili italiane e straniere è stato il sindaco Roberto Gualtieri. A suo parere il ruolo del W7 è fondamentale per fare riflettere su come migliorare le cose. «La sfida è di enorme entità visto che nessun paese, ad oggi, ha ancora raggiunto la parità di genere anche se si tratta di una questione che non riguarda tanto le donne ma la società intera, con evidenti benefici per tutti». Ha riconosciuto che le donne sono ostacolate in politica, in economia, nei parlamenti, nell'industria. C’è tanta asimmetria. «Niente di quello che fa un uomo non può essere fatto da una donna». L'assessora Monica Lucarelli ha aggiunto che ovunque «la povertà ha un volto femminile. Le donne hanno meno possibilità sia nei paesi sviluppati che in quelli meno sviluppati». In Italia, per esempio, una donna su due non lavora. Le disoccupate sono più degli uomini e guadagnano di meno. Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario e co-firmataria della legge Golfo-Mosca ha rammentato che dal W7 parte anche «un messaggio universale per tutte le donne del mondo a cominciare da una equa rappresentanza in tutte le posizioni e nei centri decisionali nevralgici».

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