Alla Biennale Architettura di Carlo Ratti le intelligenze che costruiranno il domani

Il curatore della Biennale Architettura Carlo Ratti e il presidente della fondazione veneziana Pietrangelo Buttafuoco annunciano il tema: dell'edizione 2025 ai Giardini, all'Arsenale e in vari luoghi di Venezia: Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva

Da sinistra, il curatore di Biennale Architettura Carlo Ratti, 53 anni, e il presidente Pietrangelo Buttafuoco, 60
di Simona Antonucci
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 12:14

«Saremo un giorno in grado di progettare un edificio che sia intelligente come un albero?». Carlo Ratti, professore del Mit e del Politecnico di Milano, curatore della prossima Biennale Architettura di Venezia, pone un quesito per accogliere «nuove rotte per il futuro, suggerendo un ventaglio di soluzioni ai problemi più pressanti del presente. A partire dalla crisi climatica». E chiama a collaborare, per la sua prossima mostra, dal 10 maggio al 23 novembre 2025, «una compagine estesa che deve integrare arte, ingegneria, biologia, scienza dei dati, sociale, politica e planetaria, collegando ciascuna di esse alla materialità dello spazio urbano», ha spiegato lo studioso, tra i dieci più citati al mondo nel campo della pianificazione urbana, nel presentare il suo progetto insieme con il presidente della Fondazione Pietrangelo Buttafuoco.

L’ERESIA

«Questa domanda», ha proseguito Buttafuoco, «è la felice eresia dell’architetto a capo del Senseable City Lab del MIT di Boston, indice di un percorso in cui circuiti e silicio non sono che un mezzo per ritornare all’origine. Forse con più consapevolezza. Il tempo futuro è il suo progetto e il suo pensiero. La sua visione», ha aggiunto, soffermandosi sul profilo di Ratti, scelto in accordo con il precedente presidente Cicutto, «travalica la contemporaneità - che è tempo di dismissione - per fare dell’architettura, riparo dell’uomo nella notte dei tempi, capacità di abitare il mondo.

Sono orgoglioso di essere al suo fianco nell’offrire questa straordinaria edizione della Biennale, che sarà un capitolo per avviare il nuovo libro del domani».

IL TITOLO

Annunciato il tema: Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva, «da cui deriva “intelligenza”, ma è una scelta che indica anche un’espansione delle associazioni di significato. La sillaba finale, “gens”, significa “gente”: da qui emerge una immaginaria radice alternativa, che suggerisce un futuro dell’intelligenza multipla e inclusiva, che sfugga ai limiti della focalizzazione sull’intelligenza artificiale». Oggetti, edifici e piani urbani saranno disposti lungo l’asse dell’intelligenza multipla e diffusa, seguendo le sezioni di Intelligenza Naturale, Artificiale e Collettiva. «Mentre l’introduzione sarà focalizzata su Venezia», continua Ratti, «vulnerabile di fronte alla crisi climatica, potrebbe offrire diverse ricette di salvezza». Mostra laboratorio che uscirà dai luoghi istituzionali: il Padiglione Centrale, in ristrutturazione, sarà sostituito da progetti speciali in grado di trasformare porzioni di città. «Venezia», ha concluso Ratti, «diventerà un laboratorio vivente». Quanto alle partecipazioni straniere «incoraggerò un coordinamento sul tema per fornire risposte alla sfida chiave del nostro tempo». 

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