Profughi ucraini davanti alla prefettura: «Non abbiamo soldi e il cibo scarseggia»

Profughi ucraini davanti alla prefettura: «Non abbiamo soldi e il cibo scarseggia»
di Tito Di Persio
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Mercoledì 15 Maggio 2024, 07:15

I profughi ucraini tornano a manifestare davanti alla prefettura di Teramo: lamentano di non ricevere il pocket money da 5 mesi e che il cibo è scarso. La prefettura ha risposto dicendo: «Mandateci una pec». Erano una quarantina i profughi ucraini residenti a Isola del Gran Sasso (7 bambini, pensionati, disabili e tutti provenienti dal Donbass, territorio al momento occupato dai russi), che ieri mattina hanno improvvisato una manifestazione spontanea davanti alla Prefettura di Teramo. Prima ospitati negli hotel lungo la costa teramana, per circa due anni, dove erano ben integrati, poi costretti a spostarsi all'interno e ricominciare tutto da capo. «Va bene - sottolinea Ahlissia - ma adesso abbiamo altri problemi. Quei soldi ci servono per comprare le medicine. Gran parte delle donne sono anziane e invalide, hanno bisogno di farmaci. Poi il cibo scarseggia. Non è giusto che ci trattino così». Non sono stati ricevuti dal prefetto Fabrizio Stelo, come chiedevano, ma è scesa in strada una dirigente della prefettura che ha detto loro che il prefetto era occupato e di mandare una mail certificata ben dettagliata e che poi gli uffici si sarebbero occupati del caso. «Questa è la terza manifestazione che facciamo qui, ci dicono sempre la stessa cosa e non cambia mai nulla», conclude.

A spiegare meglio la situazione è un’operatrice dell’Arci, Simona Fernandez: «Gli ucraini, come previsto, sono passati dall'accoglienza d'emergenza negli hotel al terzo settore. Qui ad Isola vivono tutti in appartamenti. Purtroppo, da dicembre, l'Arci Abruzzo non ha ricevuto più soldi dall'Arci nazionale. Dal momento che abbiamo richiesto e ottenuto l'accesso agli atti, sappiamo che la protezione civile nazionale li ha pagati con 7 milioni di euro e a noi in Abruzzo doveva arrivare un milione e 400 mila del 2023 che non è arrivato: non abbiamo soldi. Stiamo anticipando affitto, bollette e parte del cibo, di più non possiamo fare». Fernandez dice che lei e gli altri dipendenti Arci non percepiscono lo stipendio dal gennaio. «Sono 5 mesi che non portiamo i soldi a casa e abbiamo tutti una famiglia», chiosa.

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