«Alleanza pubblico-privato e AI: ricetta per la crescita economica»

Le Confindustrie del B7 ai governi: «Più cooperazione e con gli algoritmi si riducono i divari di competitività»

«Alleanza pubblico-privato e AI: ricetta per la crescita economica»
di Giacomo Andreoli
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Sabato 18 Maggio 2024, 06:10

«Una convergenza su industria, intelligenza artificiale e ambiente, con una vera alleanza pubblico-privato, per ridurre i troppi divari di competitività e rilanciare la crescita dei Paesi occidentali». Questo, nelle parole della Chair B7 Emma Marcegaglia, il succo del piano economico presentato dalle Confindustrie unite di Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti al G7. Le proposte degli industriali si basano su cinque pilastri, dai maxi-investimenti negli algoritmi hi-tech e i progetti green delle aziende, alla totale liberalizzazione del commercio e gli incentivi alle tecnologie digitali, passando per una maggiore formazione delle competenze e il rafforzamento dei sistemi di welfare. Senza dimenticare le riforme per snellire la burocrazia.

I PUNTI CHIAVE
Il piano è stato consegnato ieri sera, in vista del vertice dei Capi di Stato di giugno in Puglia, nelle mani della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo la presentazione in mattinata a Roma. È il nostro Paese, infatti, a guidare quest’anno i Sette grandi dell’Occidente e a caricarsi sulle spalle l’onere di un economia mondiale non certo in estrema salute. Dopo il Covid e la guerra in Ucraina, secondo la premier, «il quadro è complesso, tra la crisi in Medio Oriente, gli attacchi degli Houthi a Suez e l'impatto di tecnologie rivoluzionarie come l'AI». Ma la situazione per Meloni «non deve spaventare e rimette al centro la questione delle alleanze e l'importanza dell'autonomia strategica e industriale delle nostre nazioni». Secondo la premier serve «maggiore cooperazione fra le economie del G7 e tra i loro sistemi produttivi», ma anche «più apertura verso le nazioni che condividono la stessa visione». Quindi l’impegno a «difendere la competitività delle nostre aziende, contrastando azioni distorsive», perché il «mercato è libero solo se è equo».

Quello degli industriali è un documento di trentacinque pagine, con stimoli e suggerimenti. «Rafforzare il peso economico del G7 è la strada maestra per affrontare le transizioni verde e digitale che rimodellano l'economia». La premier Meloni sembra accogliere la sfida, parlando della «necessità di un «importante piano di investimenti pubblici e privati per le transizioni in atto, favorendo i partenariati e l'accesso ai capitali».

Per il B7 la transizione energetica deve essere «equa ed inclusiva». Bisogna poi «massimizzare i vantaggi degli algoritmi intelligenti» «in modo etico». Insomma, per dirla con le parole della direttrice generale del Dis, Elisabetta Belloni, «serve un codice di condotta, in particolare nei luoghi di lavoro» e poi un piano di formazione delle competenze, accettando che molti lavori saranno sostituiti e ricollocando chi perderà il posto. Il B7 chiede quindi ai sette governi di «rafforzare il commercio internazionale e la resilienza delle catene del valore», esprimendo preoccupazione per il futuro dell’Organizzazione mondiale del commercio. Sulla sicurezza, quindi, l’invito a unirsi di più, con il ceo di Leonardo, Roberto Cingolani che aggiunge di «non portare avanti una politica spaziale per ogni singolo Paese».

IL DIALOGO TRA CONTINENTI
Il documento suggerisce inoltre di «estendere la cooperazione a partner strategici come l'Africa».

Uno «spazio significativo e una scelta lungimirante» per Meloni, che sottolinea le potenzialità del Continente nero «per la diversificazione energetica in Europa». Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è poi fondamentale parlare con l'Africa per le materie prime critiche, per le quali propone nuove join venture. Anche gli investitori guardano al Continente nero con interesse. «Cerchiamo non solo di guardare il rendimento finanziario - spiega l'ad di Cdp, Dario Scannapieco - ma anche l'impatto economico e sociale: vogliamo lavorare alla pari, principio che deve essere alla base del Piano Mattei». Il ceo di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, pensa invece alla forza lavoro. «I nostri lavoratori molto qualificati sono in età da pensione, e non riusciamo a sostituirli - afferma - la grande speranza dell'Europa in questo senso è proprio l'Africa».

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