Davide Bonanni, il macellaio suicida: la procura cerca chi ha prestato i soldi a tassi usurai

Il colpo di pistola potrebbe essere l’epilogo tragico di una situazione che il commerciante non riusciva più a sostenere, stretto nella morsa degli usurai

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di Alfredo D'Alessandro
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Martedì 21 Maggio 2024, 06:00

Ora il nuovo obiettivo dell’inchiesta è individuare le persone che ruotavano intorno a lui e che potrebbero avergli prestato soldi, e interrogarle, mentre non sono da escludere accertamenti bancari, con relativa acquisizione di documenti, il cui esito potrebbe mettere un altro tassello nella vicenda. Il suicidio di Davide Bonanni, 46 anni, il macellaio che l’ha fatta finita a luglio del 2023 nel suo negozio a Tollo (di cui aveva cessato l’attività due settimane prima) uccidendosi con un colpo di pistola, potrebbe essere l’epilogo tragico di una situazione che il commerciante non riusciva più a sostenere, stretto nella morsa degli usurai: è per questo che il sostituto procuratore Lucia Campo non lo ha archiviato come un suicidio, ma ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti ipotizzando sia l’istigazione al suicidio che l’usura, affidando gli accertamenti sul campo alla guardia di finanza. Le fiamme gialle hanno già sequestrato assegni e cambiali, ricostruendo un giro di titoli per 75.000 euro che non trovano una giustificazione correlata all’attività commerciale svolta da Bonanni: l’ipotesi investigativa è che quella somma rappresenti il totale del corrispettivo di una serie di prestiti da usura che l’uomo aveva ricevuto e che troverebbero un riscontro negli assegni, e relative matrici, e nelle cambiali emessi a garanzia della loro restituzione. Difficilissimo, invece, è datare i singoli prestiti ricevuti da Bonanni anche se un accertamento del genere servirebbe solo a stabilire quando il negoziante è finito nell’ingranaggio dei prestiti a strozzo. Chiusa la sua macelleria, Bonanni aveva continuato a lavorare nel settore delle carni come dipendente, e nulla lasciava intravedere ciò che sarebbe successo. Poi, e siamo al 26 luglio dell’anno scorso, deve essere accaduto qualcosa che ha fatto precipitare la situazione, fino a quel colpo di arma da fuoco, secco quanto devastante, udito nitidamente nel centro del paese, e che si porta dietro una serie di interrogativi.

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