L'Aquila. L'Esercito con i cittadini: decorata la bandiera di Guerra del Nono Alpini

L'Aquila. L'Esercito con i cittadini: decorata la bandiera di Guerra del Nono Alpini
di Daniela Rosone
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Lunedì 17 Settembre 2018, 18:08
<< Noi ci siamo sempre >>. Le parole del comandante del Nono Reggimento Alpini, il colonnello Marco Iovinelli, descrivono la giornata conclusiva del terzo raduno “Ricordando il Battaglione Alpini L’Aquila”. L’emozione è il filo conduttore quando sul prato di Collemaggio la bandiera di guerra viene decorata con la croce d’argento al merito dell’Esercito per le attività di soccorso prestate nei terremoti del centro Italia e a Rigopiano. Si commuove il colonnello Iovinelli, da aquilano doc, quando “rompendo” il protocollo rivolge un pensiero ai genitori che non ci sono più e alla sua famiglia. Dietro agli uomini e alle donne con le stellette ci sono sempre le famiglie infatti, silenziosamente e quotidianamente supportano e incoraggiano. Immancabile il pensiero ai morti del terremoto dell’Aquila e l'abbraccio al papà del maresciallo Luca Polsinelli caduto a Kabul e al quale, prima della sfilata, è stato dedicato un momento. Il riconoscimento alla bandiera rappresenta un attestato di stima e considerazione per gli Alpini. Il colonnello ha voluto ringraziare il comitato organizzatore e l’Ana Abruzzi per aver permesso a tutti di vivere una giornata così. Iovinelli ha sottolineato come l’Esercito italiano sia sempre più caratterizzato da una duplice capacità di intervento sia in ambito operativo, sia nelle complesse attività a supporto della popolazione nel campo della sicurezza e della protezione civile, una componente fondamentale nella gestione delle crisi scaturite da calamità naturali grazie all’elevato grado di preparazione dei propri uomini e ai mezzi a disposizione. Qui si inserisce la presenza in città del Battaglione Vicenza, creato ad hoc per la gestione delle calamità. Ricco di significati il discorso del generale di divisione Marcello Bellacicco, vice comandante delle truppe  alpine. << Voi gente d’Abruzzo – ha detto – mi avete fatto capire fino in fondo cosa significa identificarsi in un'istituzione. Vado via con emozioni, sensazioni e con una motivazione ancor più grande di quella che avevo quando sono arrivato >>. Una giornata scandita da migliaia di passi nella sfilata che ha preceduto la cerimonia militare. Cori alpini, la fanfara, barbe dipinte con il tricolore, camicie a quadri: c'è anche quel folklore tipico dei raduni. Un bell’incontro di esperienze tra alpini vecchi e nuovi, tra la vivacità delle associazioni e la parte operativa. Sfilano anche gli ex comandanti del Nono. Del resto L'Aquila alpina entra nel cuore. Collemaggio per un giorno è tricolore. Si veste di verde, bianco e rosso. La bandiera è sulla basilica e anche in sfilata, portata a mano nella versione aquilana da Jemo ‘nnanzi. << La gente – ha commentato il sindaco Biondi – identifica in chi indossa la divisa da alpino un amico, ancor prima che un uomo di stato. L’Aquila ha un rapporto intenso legato allo straordinario lavoro svolto dopo il 2009 >>. Nella messa il cardinale Petrocchi ha ricordato i caduti nel centenario della prima guerra mondiale. << La guerra non si celebra, si celebrano i caduti. Capire per poter aspirare alla pace. Il sapere aiuti tutti noi a evitare che accada ancora e, dunque, ad amare la pace >>. Sono le parole del senatore Franco Marini, presidente del comitato del centenario. Il senso è tutto qui.
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