Un altro mistero nella vita del ragazzo. Sino a ieri, si sapeva che dopo essere stato estromesso insieme alla mamma Laura dall'azienda vitivinicola fondata dal nonno Gaetano Lamaletto, non aveva una occupazione stabile e che si arrangiava vendendo i gioielli disegnati dal padre su internet. Delle due società, niente di niente. Che rappresentino la vera svolta nelle indagini? Se lo augurano gli investigatori, che in attesa dei risultati degli esami del Ris, continuano a sentire amici e conoscenti del ragazzo. Restano sempre due le piste privilegiate ossia la faida familiare e il giro di amicizie pericolose. Chiedono di far presto a scoprire la verità i genitori. Ieri, la mamma Laura ha fatto sapere su facebook di aver inviato il 13 marzo una lettera a Papa Francesco. «Gli ho scritto in spagnolo - sottolinea -, così mi ha dettato il cuore, l'ho tradotta per l'Italia che Ale amava». Nella missiva la donna chiede al pontefice di intercedere e di aiutarla. «Non più violenza nella mia famiglia” “Basta morte e vendetta”, scrive a caratteri maiuscoli. Quindi si rivolge direttamente al Papa. “Sono venezuelana figlia di genitori nati in Italia - recita la lettera -. Mio figlio Ale amava la sua parte latina e amava ballare la nostra musica. Ieri sono andata alla chiesa di San Camillo dove celebreremo il suo funerale e ho chiesto a Gesù di aiutarmi a scoprire chi ha commesso questo grave crimine. Non voglio la prigione per lui o loro, voglio che si convertano e/o li accompagnino in una missione cattolica per aiutare coloro che hanno bisogno di lottare per resistere alla vita. Ecco perché, Papa Francesco ti chiedo di intercedere e di aiutarmi: non più violenza nella mia famiglia. Aiutami a convertirli affinché lavorino per una causa umanitaria. Basta morte e vendetta. Una madre che vuole solo luce per suo figlio».
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