Paolo Rossi a Pescara: «Io e il mundial, quanti ricordi»

Paolo Rossi a Pescara: «Io e il mundial, quanti ricordi»
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Mercoledì 7 Giugno 2017, 10:51
L’ultima volta che Paolo Rossi era stato a Pescara correva l’anno 1977 e lui giocava con la Lanerossi Vicenza contro il Pescara e in quella stagione la sua squadra venne promossa dalla serie B alla serie A. Ma l’Abruzzo gli aveva già portato fortuna quando aveva solo 14 anni, era a Chieti per un torneo giovanile e venne notato da Luciano Moggi, che dopo due anni lo portò alla Juventus.

Oggi, a distanza di 40 anni Paolo Rossi, il ragazzo dell ’82, è tornato a Pescara. Lo ha fatto per premiare dei campioni in erba, quei giovani che lui porta sempre nel cuore, perché rappresentano il futuro, ma anche perché hanno una spontaneità che, spesso, gli adulti perdono. Stavolta ha premiato sul palcoscenico del cinema teatro Massimo i ragazzi che hanno partecipato all’evento “The final D-day”, la maratona digitale rivolta alle scuole, organizzata dalla Fater, un progetto partito in forma sperimentale con 4 scuole, che il prossimo anno sarà esteso su tutta Italia, come hanno preannunciato Domenico Di Francescantonio e Carmine Scorrano, manager dell'Itc di Fater.

«Sono sempre felice - ha precisato Paolo Rossi - quando ho l’opportunità di stare a contatto con i giovani, credo molto in loro. Io ho tre figli, un maschio, nato nell’82, e due bambine di 7 e 5 anni, ma ho anche un'accademia di calcio, a Perugia, che accoglie studenti tra i 15 e i 18 anni che imparano le discipline curricolari oltre che a giocare a calcio». Gli studenti che frequentano l’academy sono quest’anno circa 80 e la maggior parte proviene da paesi extra europei, ci sono indonesiani, americani, canadesi e ora iniziamo ad arrivare richieste anche da parte della Cina.

«Essere campioni del mondo - continua Rossi - ti fa provare una sensazione difficile da spiegare a parole, quando vesti la maglia azzurra rappresenti le speranze di una nazione intera. Oggi il calcio è uno sport globale e girano molti più soldi di un tempo, pensate che la Juventus ha ricevuto 128 milioni di euro dalla Uefa per essere arrivata in finale di Champions League. E’ difficile spesso per i club più piccoli, come il Pescara, riuscire a competere con grandi colossi, con società sportive che ormai sono diventate vere e proprie aziende. Ma non sono per un ritorno della seria A a 16 squadre, perché sarebbe un peccato non concedere delle chance a squadre più piccole, che con la passione e la tenacia dimostrano di riuscire a rimanere in A con grande orgoglio, pensate al Chievo o al Sassuolo».

A proposito del Pescara l'ex giocatore, oggi commentatore sportivo per Mediaset, dell'Abruzzo stimava Leonardo Vecchiet, ammira Verratti, i nostri vini e la nostra cucina e ieri si è concesso con la moglie Federica Cappelletti un a pranzo a base di crudi al ristorante Cala di Ponente, dove lo ha raggiunto anche l'amico Eusebio Di Francesco.
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