«Non so l'italiano, figuriamoci il francese». Parlava così Marco Verratti poco più di 11 anni fa nella sua ultima intervista in Italia prima di trasferirsi a Parigi e adesso viene spontaneo chiedersi come farà a comunicare in Qatar. Allora era ancora una giovane promessa, con un solo vero campionato di B alle spalle, quello fantastico della Zemanlandia pescarese, e nessun minuto giocato in serie A e quest'ultimo è forse l'unico punto di contatto tra quello che per tutti era il “Gufetto di Manoppello” e che oggi, dopo esser diventato il “Principino di Parigi”, sta per trasformarsi nello “Sceicco del Qatar”.
Il richiamo dei petroldollari di Doha e un rapporto ormai logoro con il Psg hanno portato alla separazione tra il campione abruzzese e la squadra che lo ha preso quando era un imberbe prospetto, che preferiva parlare in dialetto ma che con i piedi incantava tutti, e che lo presentò insieme ad un certo Zlatan Ibrahimovic in una calda mattinata del 2012. All'ombra della Tour Eiffel il giovane Marco è cresciuto ed è diventato uomo, ricoperto di soldi dalla proprietà del Paris Saint-Germain. Dal milione di euro netti iniziale Verratti è arrivato a percepire quasi 14 milioni totali dopo l'ultimo rinnovo di contratto, che non arriverà a scadenza e che impallidisce di fronte a quanto andrà a percepire all'Al-Arabi: 100 milioni di euro complessivi in 3 anni (30 netti a stagione, più altri 10 di bonus tra premi e incentivo alla firma) a renderlo lo sportivo abruzzese più ricco. In mezzo, tra l'arrivo a Parigi e l'imminente trasferimento da quasi 50 milioni di contropartita, Verratti è diventato uno dei più forti centrocampisti al mondo ed ha scritto la storia del club con 30 trofei conquistati.
Del Psg è il calciatore più titolato (detiene il record di vittorie in Ligue 1, in Coupe de France e in Supercoppa francese) ed è il secondo di sempre come presenze, ma non ha fatto mai breccia totalmente nell'ambiente.
Le sue sortite a Manoppello e Pescara si sono diradate e sono sempre più celate dietro il massimo riserbo, ma ha tenuto anche da lontano un occhio sempre attento sulla sua terra. Spesso si fa spedire gli arrosticini, che nel corso degli anni ha fatto assaggiare a tanti compagni di squadra, quando può segue in streaming le partite del suo Pescara (“resterà sempre la squadra del mio cuore”, ha ribadito poco tempo fa), partecipa con discrezione a campagne di raccolta fondi in Abruzzo per scopi benefici e quando torna cerca di evitare le luci della ribalta per godersi gli amici e gli affetti. E dopo aver acquistato un'isola privata nel metaverso, sogna ancora di chiudere la carriera nel Pescara.