Lolli, al momento, non può sbilanciarsi. Dice solo che le priorità sono quelle di «garantire a tutti la possibilità di candidarsi» e favorire «la massima partecipazione possibile». Le leggi, dunque, ma sarà necessaria anche una convergenza politica. In questo senso i toni non sono propriamente concilianti. L’ipotesi di uno slittamento a febbraio-marzo 2019 ha fatto saltare sulla sedia Forza Italia, ma anche il Movimento Cinque Stelle. Ieri Sara Marcozzi, candidata in pectore alla presidenza, ha parlato ancora di «sequestro istituzionale», dopo averlo già fatto per la querelle sull’incompatibilità di Luciano D’Alfonso. «Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di quello che appare come un sequestro di regione di Ferragosto – ha detto - Il comma 4 dell’articolo 86 dello Statuto parla chiaro: le nuove elezioni sono indette entro tre mesi secondo le modalità definite dalla legge elettorale. A ciò si aggiunge anche quanto sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 196 del 2003 proprio con riguardo a una legge di Regione Abruzzo, in cui è stato ampiamente chiarito che la disposizione relativa all’indizione delle elezioni, sia da intendersi nel senso che le elezioni abbiano luogo, e non siano semplicemente indette, entro tre mesi dallo scioglimento della legislatura. Restiamo in attesa di conoscere i contenuti del decreto di scioglimento, ma vigileremo affinché siano rispettati i dettami della Costituzione e dello Statuto».
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