Spara al cuoco, Pecorale parla in carcere: l'interrogatorio è top-secret

Spara al cuoco, Pecorale parla in carcere: l'interrogatorio è top-secret
di Patrizia Pennella
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Maggio 2022, 08:32

C'è il video, ci sono le testimonianze e c'è un tassello del puzzle che non trova posto. Forse più di uno. Così la Pm Fabiana Rapino ha deciso di giocare a carte coperte ed ha formalmente secretato le dichiarazioni rilasciate, nel corso dell'interrogatorio, da Federico Pecorale, il ventinovenne accusato del tentato omicidio di Yelfry Rosado Guzman, il cuoco del ristobar di piazza Salotto, a Pescara, raggiunto, nel giorno della domenica delle Palme, da cinque colpi di pistola.

Ci sono dunque elementi nuovi nell'inchiesta che, evidentemente, richiedono di essere approfonditi con ulteriori accertamenti: all'interrogatorio che si è tenuto all'interno del carcere di Pescara oltre al magistrato e al difensore di Pecorale, l'avvocato Florenzo Coletti, era presente anche il dirigente della squadra mobile Gianluca Di Frischia, che segue l'indagine. Dal racconto di Pecorale sono quindi emersi fatti relativi alla ricostruzione dei passaggi con cui si è sviluppata l'aggressione (prima verbale, poi fisica, poi armata) che in qualche modo non si inseriscono nel quadro che viene fuori dalle dichiarazioni dello stesso Yelfry e di Martina, l'altra dipendente di Casa Rustì che era presente al momento dello scontro. E' quindi ragionevole pensare che sia la Pm che gli investigatori possano volerli ascoltare di nuovo, per mettere a confronto, sia pure a distanza, le diverse ricostruzioni. E questo confronto deve essere "pulito", non contaminato da indiscrezioni che potrebbero in qualche modo condizionare le dichiarazioni.

L'interrogatorio di ieri è durato poco più di un'ora e un quarto e sarebbe stato anche in qualche modo rallentato dallo stato psicologico di Pecorale che, ancora una volta, avrebbe manifestato qualche difficoltà a mantenere coerenti tempi e spazi: sarebbero i vuoti a cui si riferisce l'avvocato e che il ventinovenne manifestava in conseguenza dell'incidente stradale a causa del quale è stato anche in coma.

In ogni caso se il Pm ha deciso di coprire gli atti con il segreto le dichiarazioni di Pecorale, oltre a contenere rilevanti elementi di novità, devono essere state anche in qualche modo considerate credibili e non superficiali, con un margine di coerenza, nonostante le difficoltà. L'avvocato ha sempre detto di voler esaminare il filmato delle telecamere di videosorveglianza, che accompagna e salda le dichiarazioni testimoniali: è quindi in questa triangolazione di riscontri che potrebbe annidarsi il dettaglio che sposta in qualche modo la ricostruzione dei fatti, che finora è sempre sembrata consolidata.

Poi c'è l'aspetto psichiatrico, che rappresenta la seconda sponda dell'inchiesta ed è presente su due binari: uno, più immediato, è quello della compatibilità con il regime carcerario. La situazione psicologica di Pecorale sarà quindi sottoposta a una prima valutazione per valutare l'opportunità di procedere al trasferimento all'interno di una casa di cura. Il passo successivo sarà la perizia psichiatrica vera e propria con il quale dovrà essere accertata la capacità di intendere e di volere nel momento in cui il ventinovenne sparò i cinquie colpi di pistola contro Yelfry: all'udienza con il rito abbreviato, che l'avvocato Coletti ha già detto di voler chiedere, si arriverà quindi con un quadro probatorio completo. Ma per arrivare a quest'ultimo passaggio ci vorrà, prevedibilmente, ancora un po' di tempo. Anche perché questa nuova fase investigativa potrebbe ancora riservare qualche sorpresa. O un colpo che gli inquirenti sono già pronti a parare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA