Oggi l'addio a Marco Del Rosso stroncato da infarto: la sua edicola era un punto di incontro

Il malore sull’uscio di casa al rientro da una delle sue imperdibili escursioni domenicali in montagna. Alle 15 il funerale

Stroncato da infarto a 59 anni l'edicolante Marco Del Rosso. Era appena rientrato da un'escursione in montagna
di Patrizio Iavarone
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Martedì 16 Gennaio 2024, 10:40

Nella bara la maglietta della Lazio, la sua squadra del cuore, ai piedi le scarpe da montagna, la sua passione. Nella casa funeraria Caliendo e Salutari, ieri, è stato un via vai di amici, conoscenti, parenti e clienti. Quelli che compravano il giornale, la rivista specializzata, le figurine per i figli o quelli che in quel “rifugio” chiamato edicola di piazza Garibaldi, a Sulmona, ci andavano solo per scambiare due chiacchiere. Quella di Marco Del Rosso, cinquantanove anni, è una morte che ha colpito la comunità, che l’ha fatta riflettere su come quell’edicola era diventata un punto di incontro, uno specchio nel quale riflettersi e riflettere. E a dimostrarlo, oltre ai tanti che si sono recati alla camera ardente, anche i biglietti lasciati davanti all’edicola, scritti rigorosamente a mano, affissi con dei post-it sulla saracinesca, e i fiori deposti davanti, su un tavolino improvvisato altarino. Era accaduta la stessa cosa meno di due anni fa, quando il suo collega Fabrizio Colantonio, edicolante nell’altra piazza, quella di Ovidio di piazza XX settembre, se ne era andato anche lui prematuramente, a cinquantuno anni, anche lui colto da un malore.

Un altro pezzo di città che se ne va, un altro presidio del centro storico destinato probabilmente a non riaprire più, oltre alla scomparsa di una persona disponibile e cortese, attenta e critica, interessata e interessante. A cinquantanove anni, ucciso da un infarto sull’uscio di casa, al rientro da una delle sue imperdibili escursioni domenicali in montagna. Marco Del Rosso non era un improvvisato, era uno che in montagna c’era sempre andato, uno che curava l’attività fisica e l’alimentazione: domenica scorsa era andato in escursione con due amici, quando sulla strada del ritorno ha cominciato a sentirsi poco bene. Le mani fredde, la debolezza: un calo di zuccheri, aveva pensato. Il tempo di arrivare a casa, salire le scale e poi accasciarsi sull’uscio di ingresso. Poi l’ambulanza, il disperato tentativo di rianimarlo, la morte sotto gli occhi della compagna e del figliastro. Saranno in tanti oggi nella chiesa di Cristo Re (ore 15) a dargli l’ultimo saluto.
 

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