Spirano venti di bufera sulla selezione, ancora in corso, del successore di Michele Triggiani: il primario del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale Mazzini di Teramo di recente nominato direttore a Lecco. Il posto vacante sarà assegnato per adesso a tempo determinato, ma con un avviso pubblico di reclutamento diverso da quello che nel 2017 ha portato al conferimento, un anno dopo, dell’incarico quinquennale al primario dimissionario. La scorsa settimana uno degli aspiranti, che parteciperà alla prova orale, dopo aver fatto richiesta di accesso agli atti a giugno, evasa a scadenza dei termini, ha presentato un esposto alla Procura in cui si ipotizza che uno o più candidati sarebbero stati ammessi senza avere i requisiti richiesti dal bando e dalla normativa. La prova orale si svolgerà a breve, la prossima settimana, e per questo motivo, adesso, i difensori del medico che non ci vede chiaro nella selezione sono pronti a depositare anche un’istanza di autotutela che servirà, come spiega l’avvocato Martina Mazzocchetti dello studio legale Del Conte di Pescara, «a porre all’attenzione della Asl la delibera di ammissione dei candidati per l’esclusione di chi non ha i requisiti». «E se questo poi non dovesse avvenire – aggiunge – procederemo anche sul piano civilistico». Una battaglia ormai aperta che vede l’aspirante primario deciso a dimostrare che alcuni colleghi non avrebbero l’anzianità di servizio per poter assumere quell’incarico e quindi non sarebbero proprio dovuti essere ammessi alla prova orale.
Sono quattro gli aspiranti, di cui due hanno già partecipato al bando, quello del 2017 per l’incarico di direttore, vinto da Triggiani.