E c'è solo l'imbarazzo della scelta in autunno, contrariamente a chi pensa che l'offerta di pesce sia solamente in estate. Solo per citarne alcune, ci sono l'alalonga della famiglia dei tonni, l'acciuga, il merluzzetto giallo, il calamaro, la pannocchia e la cicala di mare; e poi il cefalo, il fragolino, la gallinella, la mazzancolla, il moscardino, il nasello, l'occhiata, l'ombrina, il pagello, il rombo, il sarago, le sardine, lo sgombro, la sogliola e la spigola.
Tante quindi le specie a disposizione per quei 3 italiani su 4 che, secondo un'indagine della Fedagri-Confcooperative, scelgono proprio l'autunno per avere un regime alimentare più controllato, il periodo perfetto di transazione tra i "peccati" di gola estivi e i cenoni ipercalorici delle festività natalizie.
Inserire nella propria dieta pesci, molluschi e crostacei almeno 3 volte a settimana, infatti, aiuta a tenere sotto controllo il peso, grazie agli acidi grassi polinsaturi Omega 3 e Omega 6 contenuti in questi alimenti. Le proteine del pesce facilitano a mantenere bassi i livelli di glicemia a digiuno e dopo due ore dal pasto, con un impatto positivo sul senso di sazietà e il desiderio di cibi ricchi di grassi e zuccheri. Ma non tutti i prodotti ittici sono uguali in termini di calorie. In autunno tra i magrissimi, con un contenuto di grassi inferiore all'1%, ci sono nasello, orata, razza e gamberi d'acqua dolce.
Tra i magri, dall'1% al 3% di grassi, sogliola, spigola, palombo, rombo, calamari, mitili, ostriche e vongole.
E a proposito di molluschi, ostriche in particolare, il fatto di non doverle mangiare nei mesi senza la erre, ricorda l'associazione, è solo una leggenda legata sia alla freschezza del prodotto più facilmente deperibile con le alte temperature, ma anche al periodo di riproduzione che coincide proprio tra la primavera e l'estate.
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