Giorgio Ursicino
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di Giorgio Ursicino

Ferrari, Binotto: «Dal 2022 apriremo un ciclo, allora si può battere la Mercedes»

Mattia Binotto team principal della Ferrari
di Giorgio Ursicino
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Sabato 8 Agosto 2020, 09:58 - Ultimo aggiornamento: 16 Agosto, 12:32
In pista un’altra giornata senza sorrisi. Ma Mattia non esita a metterci la faccia. Incassata dal Presidente e azionista di riferimento John Elkann la fiducia quasi incondizionata, Binotto parla da team principal, mettendo quasi pressione a quei tecnici che fino al 2018 dipendevano da lui e che ora devono prendersi le loro responsabilità. In ogni caso, un eccellente comunicatore che non alza mai i toni e mai ricorre al “politichese” dicendo sempre come stanno le cose. Senza nascondersi anche se la situazione non è affatto facile.

Come si sta strutturando la nuova organizzazione tecnica e quando si vedranno i primi risultati?

«Gli ultimi cambiamenti sono il frutto di un processo evolutivo. Poco più di un anno fa, quando sono diventato responsabile del team, ero direttore tecnico e sono stato coinvolto per un periodo in decisioni sull’argomento. Ora le cose sono cambiate e ci sono persone molto capaci che sovraintendono la varie aree. Quando vedremo i risultati non è facile dirlo, questa ciambella non è riuscita col buco e non siamo dove vorremo essere. Speriamo che la nuova organizzazione velocizzi anche lo sviluppo per recuperare più in fretta».

Come pensate di realizzare la vettura del 2022 che sarà completamente nuova con questo gruppo di tecnici?

«Siamo sicuri che per aprire un ciclo serve stabilità. Abbiamo provato questa esperienza in casa e l’abbiamo visto anche nei team avversari. Il gruppo è questo, negli anni scorsi è riuscito a realizzare monoposto valide, ma non è detto che non possano esserci dagli innesti, anche importanti, in settori dove ci reputiamo più deboli. E poi la Ferrari continua ad investire, avremo un nuovo simulatore».

La Racing Point è stata penalizzata per aver copiato la Mercerdes. Andava punita anche la casa di Stoccarda?

«La cosa importante è che è stato riconosciuto l’errore, è un punto di partenza. Noi abbiamo sempre sostenuto che è sbagliato copiare, non è legale. Ora leggeremo la lunga sentenza con attenzione che riguarda solo il ricorso della Renault sulle prese d’aria dei freni e poi la Ferrari deciderà se portare avanti l’appello. Ci sono 4 giorni di tempo, il discorso potrebbe essere esteso ad altre parti della vettura».

Ma chi è ora il direttore tecnico?

«Bisogna mettersi d’accordo, quasi nessuna squadra ha un responsabile per l’intera parte tecnica. La Mercedes divide i settori in vettura, motore e produzione. Noi per la monoposto abbiamo Enrico Cardile che si occupa delle prestazioni e Simone Resta che realizza il telaio».

Visto come vanno le cose, non vi siete pentiti di aver autorizzato il rinvio del nuovo regolamento al 2022?

«Abbiamo fatto quello che c’era da fare, non guardando solo i nostri interessi ma quelli di tutto il motorsport di cui facciamo parte da 70 anni. Durante il lockdown c’è stato una forte crisi, bisognava accettare alcuni compromessi. Le regole nuove, invece, era indispensabile rimandarle. Con il fermo avuto non c’era il tempo materiale per realizzare macchine tutte nuove».

Come potete accettare che la Federazione è intervenuta sul caso Racing Point solo dopo la protesta della Renault?

«Per fare reclamo servono certezze, spesso i team sono più strutturati della Fia e la Renault è stata brava ad individuare per prima il problema. Quanto alla severità della pena e l’irregolarità dell’intera monoposto non voglio rispondere ora».

Il motore sembra meno potente di tutti. Non siete preoccupati?

«Sono preoccupato per tutte le cose della monoposto che non vanno e sicuramente sulla powerunit dobbiamo migliorare. Ma ci sono tre propulsori, il nostro, l’Honda e il Renault abbastanza vicini e un altro molto più potente. Sinceramente mi suona strano, ma è un regolamento molto complesso che la Fia cerca continuamente di chiarire. Per il prossimo anno stiamo facendo un motore tutto nuovo, questo si può fare».

Come mai Sebastian si trova più in difficoltà? Può dipendere dalla situazioni psicologica?

«Può dipendere da vari fattori, spero che le cose cambino. In ogni casa Charles sta facendo molto bene».

È vero che c’è stata una rottura sul piano personale con Wolff?

«Non è mia abitudine parlare di altri team, altri lo fanno. Ho letto alcune cose e mi sono dispiaciute, ma non sono cose personali, riguardano sempre il nostro lavoro e le nostre responsabilità».

Quanto pensate di poter recuperare con le limitazioni che ci sono?

«Sul motore del prossimo anno si può lavorare anche se sono state ridotte le ore al banco. Il telaio è molto bloccato, mentre l’aerodinamica è libera con limitazioni però dell’uso della galleria. Credo che sia sbagliato aver l’obiettivo di lottare con la Mercedes, battere gli altri si può».

A che punto è il concord agreement?

«Siamo alla stretta finale, mancano pochi giorni. C’è da sistemare alcuni dettagli, ma la sostanza l’abbiamo trovata. Ci sarà più spazio per i piccoli team e migliorerà lo spettacolo, ma è stata riconosciuta la posizione della Ferrari».
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