MilleRuote
di Giorgio Ursicino

L'America scarica il Jumbo, ma il Boing 747 resta la regina dei cieli

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Martedì 2 Gennaio 2018, 15:23
Nessuno è profeta in patria. Dopo quasi mezzo secolo di storia gloriosa, l’America si sfila il suo fiore all’occhiello. Lo scorso 19 dicembre un Boeing 747-400 della Delta Air Lines, decollato alle 14.58 dall’aeroporto internazionale Incheon di Seoul, alle 12.48 locali ha posato il suo gigantesco carrello con 2 ore a 34 minuti di ritardo sulla gelida pista dello scalo Metropolitan Wayne di Detroit per andare ad approdare al finger 40 del molo A. Nonostante la lunga trasvolata artica sul Pacifico di 11 ore e 50, sfruttando il fuso orario (la Corea del Sud ha 14 ore di vantaggio sul Michigan), è arrivato come faceva da anni ancora prima di partire. Eccetto il ritardo nulla di strano, ma le agenzie Usa, riprese da siti e giornali di mezzo mondo, hanno lanciato: «Ultimo volo, il Jumbo va in pensione».

Per molti, in tutti i continenti, è stato un tuffo al cuore, l’uscita di scena dell’aereo più famoso del pianeta (quello che ha animato film e cartoon ed è stato prodotto in milioni di peluche) sembrava segnare la fine di un’epoca. In realtà si è trattato solo dell’uscita di scena dell’ultimo 747 passeggeri con la bandiera a stelle e strisce sulla fusoliera, cioè in servizio per una compagnia americana. Gli yankee che l’hanno inventato sono stati i primi a voltargli le spalle e da diverso tempo non hanno effettuato nuovi acquisti nonostante la “regina dei cieli” sia ancora in piena forma. Giovani e anziani hanno tirato un sospiro di sollievo, Sua Maestà avrà ancora lunga vita e continuerà a navigare per decenni da una parte all’altra del globo.

L’azienda del settore più antica degli Stati Uniti (Delta opera dal 1929, è la più grande del pianeta per flotta e passeggeri trasportati) aveva già provato a pensionare il Jumbo qualche anno fa, ma se lo è ritrovato negli hangar nel 2011 quando acquisì la Northwest Airlines che aveva il suo hub principale proprio a Detroit. Il più imponente aereo mai costruito negli States su quella tratta America-Asia lascerà definitivamente il posto all’A350 che finora l’affiancava, ma continuerà a fare concorrenza al bireattore dell’Airbus su rotte diverse e con i colori di altre compagnie. Non solo con nostalgia, ma anche con efficienza e, soprattutto, con l’obiettivo di essere tuttora il salotto oltre i diecimila metri più ambito, sicuro e confortevole in circolazione.

La macchina dei sogni, infatti, non si limita ad operare in centinaia di esemplari a tutte le latitudini, è ancora regolarmente in produzione ad Everett, vicino Seattle nello Stato di Washington, poiché ci sono ordini da evadere dell’ultima generazione (la 800) che, con una configurazione totalmente rivista, è entrata in servizio solo 5 anni fa. Una sfida da tutti i punti di vista a concorrenti apparentemente molto più giovani come i quadrireattori A340 e A380 dell’Airbus, oltre ai bireattori a lungo raggio A350 e 777-787 della stessa Boeing. Che tuttora, e anche nel prossimo futuro, il Jumbo sia fra le eccellenze per volare con carichi importanti sulle lunghe percorrenze lo confermano, oltre ai dati del costruttore (è il 30% più silenzioso, il 16% più efficiente e ha un costo posto-km del 13% inferiore rispetto al precedente 400 a parità di costi viaggio), anche le scelte di alcune fra più prestigiose e competitive aziende di trasporto.

Hanno infatti scelto il 747-800 la tedesca Lufthansa (ne ha già 19 in servizio), la Korean Air (10 esemplari) e l’Air China (7), oltre ai 14 esemplari ciascuno acquistati dall’americana Ups (ha sede a Seattle come la Boeing e vanta 238 aerei), dall’orientale Cathay Pacific e dell’europea Cargolux che hanno optato per la versione F (Freighter) per il trasporto merci. Ma il Jumbo 800 potrebbe avere clienti ancora più esigenti anche in America. È infatti noto a tutti che Air Force One, l’aereo con cui vola il presidente degli Stati Uniti, è un Boeing 747. Si tratta però della versione 200 (quella a lungo usata da Alitalia) opportunamente modificata (siglata VC-25) entrata in servizio nel lontano 1990 (sostituì nella flotta presidenziale il Boeing 707). A Washington stanno chiaramente pensando ad un erede e pare che uno dei principali candidati (se non l’unico...) sia proprio il 747-800.

Visto che questi giganti operano in perfetta efficienza anche 30 anni (lo conferma Air Force One) è quasi sicuro che si potrà viaggiare in Jumbo fino al 2050, quando gli spostamenti in città si effettueranno in droni senza pilota (Uber vuole renderli operativi un quarto di secolo prima) e le vetture saranno tutte elettriche ed a guida autonoma. Oltre al modernissimo 800 solcano le aerovie dell’intero pianeta, navigando per una ventina di ore al giorno a 13 mila metri con una temperatura di oltre 50 gradi sotto zero, numerosi esemplari della precedente serie 400 (si riconoscono per la gobba allungata e le winglet all’estremità delle ali), quella di maggior successo, prodotta dal 1989 nelle sue diverse varianti in 694 esemplari dei 1.533 Jumbo consegnati in 48 anni di vita.

Fra le compagnie più famose hanno ancora in flotta il 747 la British (36 esemplari), la Lufthansa (32), la Korean (23), la KLM (18), la China, la Quantas e la Thai (10 ciascuna), la Virgin Atlantic (9) e la Singapore (7), ma non c’è azienda di volo che si rispetti che non l’abbia avuto in flotta. Il 747 fu progettato negli anni Sessanta sfruttando gli studi fatti per la Usaf (l’aeronautica militare Usa) con l’obiettivo di sostituire i transoceanici Boeing 707 e Douglas DC8. Il primo Jumbo si staccò dal suolo per un volo sperimentale il 9 febbraio 1969, a dicembre fu certificato dalla FAA e il 15 gennaio del 1970 venne battezzato (dalla First Lady Pat Nixon all’aeroporto Dulles di Washington) il primo esemplare di linea con i colori della Pam Am.

Il volo inaugurale fu New York-Londra il 22 gennaio. L’anno con la produzione più elevata è stato il primo (1970) con 92 consegne della versione 100. Due speciali esemplari sono anche stati utilizzati dalla Nasa per riportare lo Shuttle (agganciato sul dorso del Jumbo) al Kennedy Space Center tutte le volte che la navetta atterrava altrove. Durante l’operazione Salomone, effettuata da Israele nel 1991 per evacuare gli ebrei dall’Etiopia, in appena 36 ore furono trasportate 14.500 persone: dai portelloni di un solo 747 Jumbo della El Al uscirono 1.122 persone. L’attuale versione 800 è l’aereo passeggeri più lungo (76,3 metri) al mondo (lo supera solo il russo Antonov 225 An-225, ma è un cargo), ha le ali interamente riprogettate sull’esperienza del 787, un peso massimo al decollo di 435 tonnellate (227 sono di carburante), 4 motori turbofan della General Electric, un’autonomia di 14.815 km, può trasportare fino a 600 passeggeri e costa quasi 400 milioni di dollari.

Viaggiare di notte in business class con il Jumbo 800 della Lufthansa da Johannesburg a Francoforte attraversando i deserti e le foreste africane o con quello della Korean da Roma a Seoul sorvolando le steppe della Siberia è un piacere con pochi uguali. Al Jumbo è legato anche il periodo di maggior successo di Alitalia, anni il cui il boom economico ancora spingeva e i colossi a due ponti con il tricolore portavano in giro nei posti più lontani (anche Sydney e Hong Kong), oltre ai passeggeri e alle merci, l’immagine vincente del Belpaese ricca di fascino, tecnologia e qualità. All’epoca, erano gli anni Sessanta, l’Italia era nelle prime file della griglia del trasporto aereo mondiale e Alitalia fu fra le prime compagnie ad ordinare il 747 e a riceverne un esemplare da inserire in flotta.

Meno di 4 mesi dopo il volo inaugurale con i colori Pan Am, il primo 747-100 fu consegnato alla nostra compagnia di bandiera. Era il 13 maggio 1970, si chiama Neil Armstrong in onore del primo uomo che pochi mesi prima era sbarcato sulla Luna e iniziò a prestare servizio sulla tratta Roma-New York. Negli anni seguenti Alitalia ha acquistato altri 16 esemplari di Jumbo (15 della versione 200 entrata in produzione già nel 1971) e altri 4 li ha utilizzati noleggiandoli.

Il 747 è rimasto nella flotta Alitalia per quasi 35 anni, l’ultimo Jumbo ad uscire dal servizio fu il cargo “Titano” il 5 aprile del 2004 dopo aver lavorato per AZ 22 anni, 3 mesi e 18 giorni (era stato consegnato da Boeing il 18 dicembre del 1981). A quasi tutti i comandanti Alitalia scesero i lacrimoni, qualcuno scrisse poesie. Famosi gli esemplari che alla fine dello scorso millennio hanno portato in giro prestigiosi brand italiani. Quello blu con i colori della Perugina («Baci dall’Italia») dal 1997 al 1999 e quello in livrea grigia di Bulgari in volo dal 1998 al 2000.
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