Anna Guaita
Quest'America
di Anna Guaita

Non si trattano così i bambini

di Anna Guaita
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Lunedì 10 Aprile 2017, 05:08

NEW YORK – La notizia è quasi incredibile: «E’ legge nel New Mexico: sarà vietato umiliare un bambino se a scuola non ha i soldi per pagarsi il pasto alla mensa».

C’è bisogno di una legge?

A quanto pare sì. Ci sono scuole negli Stato Uniti dove è lecito mortificare pubblicamente un bambino se osa mettersi in fila con i compagni per mangiare, ma i genitori non hanno pagato (troppo poveri? Indifferenti? Distratti? Inesistenti?) la retta alimentare.


Nel New Mexico la legge l’ha voluta un legislatore che da bambino, per poter mangiare, era stato sottoposto più volte all’umiliazione di dover lavare il pavimento e sparecchiare i tavoli davanti gli occhi dei suoi stessi compagni: «Tutti sapevano che io ero il bambino più povero della scuola» racconta Michael Padilla.

E quella subita da Padilla non sembra sia la peggiore delle mortificazioni che certi bambini devono sopportare. Secondo una denuncia del New York Times, ci sono scuole dove i bambini possono mangiare, ma poi devono indossare una fascia al braccio in cui si dice «ho bisogno di soldi per pagarmi il pasto». In altri casi, gli addetti alla mensa hanno l’obbligo di togliere il pasto caldo dal vassoio del bambino insolvente, buttarlo nell’immondizia e sostituirlo con un panino. Altre scuole, come quella di Padilla, richiedono lavoretti per ripagarsi il pasto.

La signora Jennifer Ramo, direttrice di un’associazione non profit per la lotta alla povertà ha detto: «Bisogna separare la persona del bambino da un debito di cui non ha colpa». Parole sante, ma di nuovo: possibile che sia necessario dirlo?

Il fenomeno ha addirittura una definizione: “lunch shaming”, intraducibile in italiano (per fortuna) ma che essenzialmente significa far vergognare qualcuno che non abbia i soldi per pagarsi il pranzo. Fortunatamente ci sono state varie denunce di questa soluzione  adottata dalle scuole che non riescono a riscuotere i debiti di alcuni genitori. Lo scorso settembre una cassiera di una scuola elementare di Pittsburgh si è licenziata come protesta e la sua denuncia su FaceBook è echeggiata in tutto il Paese. Così si è saputo di altri casi di cassieri, insegnanti, addetti alle mense, che hanno tentato di proteggere gli studenti da situazioni simili. Ci sono stati anche privati cittadini che hanno pagato anonimamente i conti della mensa di alcuni studenti, e varie raccolte pubbliche per lo stesso scopo.

Lo Stato federale americano fornisce alle scuole che ne facciano richiesta aiuti per garantire il pasto gratuito agli studenti le cui famiglie abbiano un reddito annuale sotto i 32,500 dollari per una famiglia di quattro persone. Ciò taglia fuori milioni di studenti a reddito comunque basso.

Il Dipartimento dell’Agricoltura, dopo uno studio richiesto dall’Amministrazione Obama nel 2010, ha concluso che il problema dei debiti studenteschi alle mense è un problema che va risolto al livello statale, non federale.  Sono state comunque emesse delle linee guide che sconsigliano vivamente il ricorso a soluzioni drastiche, che “stigmatizzino” lo studente.

Com’è evidente, non tutti i presidi o i consigli scolastici hanno accettato i consigli federali. La loro spiegazione? E’ loro dovere evitare buchi di bilancio. Pare che mettere in imbarazzo i bambini spinga spesso i genitori a correre a sanare i debiti. Ma quell'umiliazione sarà mai dimenticata? Che ferita rimarrà nel carattere del bambino? Comunque la si guardi, a me sembra una cattiveria imperdonabile.
 
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