Superstar
di Gloria Satta

Wonder Woman, la rivincita
dell'altra metà di Hollywood

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Lunedì 19 Giugno 2017, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 10:01
Sta incassando benissimo anche in Italia, come nel resto del mondo, “Wonder Woman”, il film d’azione diretto da Patty Jenkins e interpretato dalla strepitosa Gal Gadot, la ex modella israeliana che sfiorò il titolo di Miss Universo. La supereroina ispirata ai fumetti Dc Comics si sta  dunque facendo largo con onore nella galassia dei supereroi, amatissimi dal pubblico e benemeriti dei botteghini. E il film ha già battuto ogni record possibile: è l’incasso più alto realizzato da una regista donna.
Si tratta di una salutare iniezione di fiducia per il cinema americano, e non solo, che da un paio d’anni si batte per raggiungere l’uguaglianza di genere: stessa paga per le attrici rispetto agli attori, stessi ruoli da protagonista, stesse opportunità di carriera. Se pensiamo che nei suoi 90 anni storia l’Oscar ha premiato una sola regista (Kathryn Bigelow, nel 2010, per “The Hurt Locker”) e che le donne nei posti-chiave dell’industria dei sogni sono ancora una minoranza, il successo planetario di Wonder Woman, principessa delle Amazzoni, si trasforma in una marcia trionfale per la conquista dei diritti.
E alimenta il neo-femminismo che in America vede impegnate star del calibro di Scarlett Johannson, Patricia Arquette, Susan Sarandon, Jane Fonda e tantissime altre. Proprio mentre Hollywood, schierata compatta contro il presidente Trump, riscopre una consapevolezza e una combattività che sembravano addormentate. 
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