Buffon, la sua Zucchi rischia il fallimento: la partita della salvezza va ai supplementari

Gianluigi Buffon
di Carlotta Scozzari
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Martedì 22 Dicembre 2015, 18:07 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 17:33
La partita per la salvezza della Zucchi, società quotata in Borsa controllata dal portiere della Juventus e della Nazionale Gianluigi Buffon, va ai tempi supplementari. Al centro della questione, c'è il nuovo accordo sulla ristrutturazione del debito da raggiungere con le banche finanziatrici, pena, nel peggiore degli scenari per l'azienda, la messa in liquidazione della società attiva nel settore tessile. Il fatto è che manca la firma definitiva all'accordo sul debito da parte di due banche: Banco Popolare e Bnl.

Pertanto, l’assemblea degli azionisti che si è riunita oggi, 22 dicembre, ha deliberato il rinvio, per la parte straordinaria, al 30 dicembre 2015, alle ore 15.00, presso la sede sociale di Rescaldina (Milano), per l’assunzione dei provvedimenti ex articolo 2447 codice civile. La fattispecie disciplinata da questo articolo scatta quando non soltanto le perdite di bilancio hanno superato un terzo del capitale sociale ma quest'ultimo si trova addirittura sotto i limiti di legge.

"I soci - informa una nota della Zucchi - hanno ritenuto di rinviare, in prosecuzione ed entro un termine di tempo congruo, ogni decisione sui provvedimenti ex articolo 2447, consentendo, nelle more, alla società di perfezionare la raccolta delle firme di adesione all’accordo di ristrutturazione in corso di sottoscrizione con le banche finanziatrici, nonché il conseguente deposito del ricorso di omologazione ai sensi dell’articolo 182-bis della legge fallimentare che determinerebbe, nel periodo di tempo intercorrente fra tale deposito e l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione del debito, la temporanea inapplicabilità dell’art. 2447 del codice civile".

Il comunicato aggiunge che "alla data odierna hanno già provveduto alla firma dell’accordo di ristrutturazione le seguenti banche finanziatrici: Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare di Bergamo", del gruppo Ubi. La questione ruota intorno alla trattativa con le banche sul debito che al 30 settembre ammontava a 80,62 milioni. I finanziatori sono Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano, Ubi, Banco Popolare e Bnl (i primi tre istituti sono anche azionisti con quote tra il 2,5 e il 4,7%), con cui era stato sottoscritto un accordo di ristrutturazione del debito già nel marzo del 2013. Dunque, a oggi mancano ancora all'appello le firme al nuovo accordo di Banco Popolare e Bnl.

L’assemblea di oggi - conclude la nota - in seduta ordinaria, ha provveduto a confermare quale membro del consiglio di amministrazione Miriam Denise Caggiano, già cooptata lo scorso mese di settembre.
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