Iacovoni: «Nessun pericolo per i titoli italiani, i mercati guardano ai fondamentali»

Davide Iacovoni
di Luca Cifoni
3 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Maggio 2018, 21:26
Davide Iacovoni è da febbraio al timone della direzione generale del ministero dell'Economia che si occupa di gestire il debito pubblico. Ha preso il posto di Maria Cannata - andata in pensione dopo aver guidato la struttura per 17 anni - proprio mentre l'Italia si dirigeva al voto del 4 marzo. E ora monitora dal suo ufficio le reazioni degli investitori internazionali allo stallo della politica italiana.

L'atteggiamento dei mercati di fronte all'esito del voto è stato di grande tranquillità. C'è il rischio che questa bonaccia finisca?
«Negli ultimi due giorni sul mercato dei titoli di Stato italiani c'è stato un po' più di nervosismo che naturalmente è collegato all'incertezza della situazione politica. Va ricordato che un quadro di incertezza era già stato messo nel conto prima delle elezioni; l'eventualità di un ritorno immediato alle urne però probabilmente non faceva parte dello scenario centrale degli investitori per cui ci può essere stata da parte di qualcuno la volontà di cautelarsi, con una strategia leggermente difensiva. Poi vedremo se questo sarà l'esito o no, ma la situazione resta assolutamente tranquilla con volumi di scambi buoni su tutti i titoli: in questi giorni avremo aste ordinarie su varie scadenze e già abbiamo buoni riscontri».

Da cosa dipende questa benevolenza, nonostante due mesi in cui il Paese sembra essersi fermato?
«Il mercato guarda ai fondamentali e questi continuano ad essere buoni: l'Italia ha agganciato il treno della crescita europea, il rapporto debito/Pil è stato stabilizzato, si vedono i risultati delle riforme strutturali fatte. Anche la situazione delle banche, che era un elemento di preoccupazione, è in miglioramento con la riduzione delle sofferenze. Tutte variabili che già lo scorso autunno avevano portato al rialzo del rating da parte di Standard & Poor's e che continuano a mantenere una situazione estremamente positiva».

Oltre all'incertezza di casa nostra anche il contesto internazionale non è del tutto lineare. Incide anche questo?
«Certo, intanto c'è un quadro geopolitico che contiene diverse incognite. Poi, passando alla politica monetaria, i recenti dati sull'inflazione europea più bassi delle previsioni potrebbero far slittare da giugno a luglio il momento in cui si inizieranno a chiarire le intenzioni della Bce. A proposito della quale va sempre ricordato che da gennaio ha già dimezzato gli acquisti su tutti i titoli compresi quelli italiani, ed il mercato si è mantenuto assolutamente solido. Inoltre va detto che aldilà di quando la banca centrale europea andrà a ridurre ulteriormente i nuovi acquisti fino a concluderli, continuerà a reinvestire i titoli in scadenza che ha in portafoglio : nel 2019 e nel 2020 riteniamo che queste scadenze siano significative e andranno in qualche modo a compensare il potenziale venir meno del Quantitative easing in quanto tale».

Tra pochi giorni, il 14 maggio, il Tesoro proporrà una nuova emissione di Btp Italia, con una durata che è passata a otto anni. Cosa vi aspettate?
«Da una parte l'allungamento è il risultato di un'esigenza tecnica, che dimostra come non si sia realizzato quel rialzo dei tassi che ci aspettavamo. Ci siamo resi conto che sui sei anni i tassi reali risulterebbero vicini allo zero e dunque per offrire qualcosa in più ai sottoscrittori abbiamo optato per una scadenza più lunga, sulla quale, come è normale, i rendimenti possono essere maggiormente elevati. In questo modo, allo stesso tempo, assecondiamo la nostra tendenza ad allungare la vita media del debito, per renderlo maggiormente resistente ad eventuali shock. Anche sul Btp Italia abbiamo già riscontri positivi».

Il passaggio dai sei agli otto anno può modificare la composizione della domanda, visto che la platea del Btp Italia comprende tradizionalmente la clientela retail, le famiglie italiane?
«È difficile dirlo, dipende anche da altri elementi come ad esempio le alternative che ci saranno in quel momento. Poi c'è da mettere in conto il fatto che quest'anno non scade un precedente Btp Italia e dunque per alcuni non ci sarà l'esigenza di rinnovare l'investimento. Però questo titolo mantiene i suoi punti di forza agli occhi del risparmiatore individuale: ad esempio il fatto che non si paga alcuna commissione bancaria e il premio fedeltà riconosciuto a chi conserva l'investimento fino alla fine. Insomma resta una scelta assolutamente interessante».

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA