Non solo gli aumenti della bolletta del gas, quelli del carrello della spesa e delle prestazioni sanitarie. Da gennaio anche i pensionati più fragili, quelli non più autosufficienti, si troveranno ad affrontare un aumento dello stipendio minimo della badante di quasi il 10%. È l’ennesimo scherzo di un’inflazione galoppante che a novembre ha sfiorato il 12%, che non fa scattare una pari rivalutazione delle pensioni. L’aumento automatico dei minimi retributivi riguarda tutta la categoria, tra colf e badanti, come previsto dal contratto nazionale. E peserà più su chi conta su aiuti familiari conviventi, che lavorano le 54 ore previste dal contratto. Ma è evidente che la stangata lascerà il segno maggiormente sugli anziani più vulnerabili, che utilizzano diffusamente i minimi previsti dal contratto nazionale. «Speriamo di trovare un accordo sulla dilazione degli aumenti nell’anno», spiega al Messaggero Andrea Zini, presidente di Assindatcolf, l’Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico, e vice presidente di Fidaldo. Non è in discussione l’aumento previsto da un contratto. Ma i tempi.
L’automatismo
Funziona così.
I correttivi
«La nostra proposta parte da un’ipotesi di diluizione, partendo a un 25% a trimestre per smaltire l’aumento entro dicembre», continua Zini, «ma si può trovare anche un altro schema per calmierare l’impatto sulle famiglie». Ma la Fidaldo guarda anche alle misure del governo per aumentare la disponibilità delle famiglie, con un meccanismo di ritorno sulla tassazione o sulle pensioni».