Ingegnere di Fiuggi detenuto in Africa, libertà negata a Maurizio Cocco. La moglie: «Temo per la sua vita»

La richiesta di scarcerazione non è stata più discussa, il ciociaro inizierà lo sciopero della fame

L'ingegnere di Fiuggi Maurizio Cocco e la moglie Assunta Giorgili
di Annalisa Maggi
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Sabato 2 Marzo 2024, 09:00

Fumata nera, Maurizio Cocco resta in carcere e da lunedì comincerà lo sciopero della fame. Non arrivano buone notizie dalla Costa d'Avorio dove l'imprenditore sessantunenne fiuggino Maurizio Cocco si trova in stato di detenzione dal giugno del 2022. Finito a processo con l'accusa di appartenere a un'associazione dedita al narcotraffico e al riciclaggio, è stato successivamente prosciolto.

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Nonostante siano caduti i capi di imputazione per i quali era stato arrestato, si trova tuttora nella casa circondariale di Abidjan in Costa d'Avorio con l'accusa di frode fiscale anche se «non risulta agli atti del giudizio alcuna denuncia da parte dell'organo competente che attesti i fatti contestati per frode fiscale da parte dell'amministrazione precisano i legali Pasquale Cirillo e Angelo Testa - ragion per cui il mantenimento della misura cautelare appare pretestuosa, oltre che illegittima».

LA RICOSTRUZIONE

Nei giorni scorsi era stata la moglie dell'ingegnere, Assunta Giorgilli, a chiedere l'intervento delle più alte cariche dello Stato convinta che solo i vertici del governo italiano possano arrivare a una risoluzione rapida del caso. Governo che, attraverso la Farnesina, sin dal primo momento sta seguendo il caso che non sembra di facile soluzione.
Proprio la signora Assunta aveva riferito della domanda di libertà che avrebbe dovuto essere discussa giovedì scorso nel tribunale ivoriano.

Usiamo il condizionale perché le cose non sono andate come sperava la famiglia e come si augurava il diretto interessato, Maurizio Cocco, che è ridotto pelle e ossa.

Nonostante la notevole perdita di peso e le precarie condizioni di salute, l'imprenditore ha confermato che da lunedì inizierà lo sciopero della fame. A questo punto, è disposto a tutto pur di accendere i riflettori sulla sua storia e avere giustizia.

«L'ambasciata racconta -  Assunta Giorgilli - giovedì in tribunale ha mandato una ragazza ivoriana che parlava italiano la quale ha salutato e scambiato due chiacchiere con mio marito ma è andata via poco».

Tornando alla domanda di libertà che, di fatto, non è stata proprio discussa, oltre al danno la beffa perché pare che, in quella circostanza, Maurizio Crocco sia stato tutto il giorno senza magiare, senza bere e senza medicine tanto che «al suo ritorno nel penitenziario -  dichiara Assunta Giorgilli - ha chiesto di ricevere le cure, dopo aver trascorso un'altra giornata da incubo, ma ho saputo che non è stato possibile perché quel piccolo laboratorio di infermeria la notte non è in funzione».

L'ingegnere ha affrontato il viaggio dal penitenziario di Abidjan, fino alla capitale Yamoussoukro.

L'APPELLO

La Giorgilli teme per la vita del congiunto e ricorda come «è in condizioni precarie, non può più vivere così». Nel frattempo, non si dà pace con gli appelli via social per sollecitare l'interessamento dell'intelligence italiana. «I nostri avvocati riferisce hanno scritto una pec ai vertici dello Stato italiano a cominciare dal presidente della Repubblica, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta».

Gli avvocati Testa e Cirillo hanno fanno presente che «l'Ambasciata italiana si è recata solamente due volte in diciannove mesi presso il penitenziario di Abidjan per sincerarsi delle condizioni di salute nonché psicologiche dell'ingegnere che, peraltro, di recente ha avanzato espressa richiesta di aiuto sanitario ed economico che, tuttavia, è risultata priva di riscontro».
 

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