I DISAGI
Dunque, per diminuire i disagi, lo smantellamento sarà posticipato, come conferma lo stesso dirigente ai lavori Pubblici, Elio Noce: «Abbiamo chiesto alla Regione – conferma Noce – di attendere il prossimo mese di maggio per eliminare il ponte provvisorio. In questo modo la Regione potrà eseguire tutti i lavori necessari nei quattro mesi estivi così da garantire la riapertura del ponte quando riprenderanno le attività scolastiche dell’autunno 2019».
I COSTI
Solo allora questa struttura di ferro lunga 54 metri e costata 450 mila euro potrà cessare la sua funzione che ha consentito in questi tre anni di ridurre i disagi ed il traffico cittadino prima costretto a confluire su viale Roma e su viale Mazzini, con lunghe code di auto ed anche con un danno economico per le attività commerciali. La Regione, oltre alla bonifica del terreno sottostante, realizzerà anche il nuovo ponte questa volta ripristinando anche le due corsie originarie con l’eliminazione dell’attuale impianto semaforico resosi necessario per la corsia a senso unico alternato realizzato sul ponte provvisorio.
Alla fine, per ripristinare lo stato dell’infrastruttura viaria antecedente alla frana, saranno trascorsi quasi sette anni.
STRADA AL CASALENO
E sono due anni che si parla (senza alcun risultato) della strada «dei tifosi». Due anni trascorsi invano, senza essere in grado di realizzare una strada di appena 400 metri che collegherà viale Olimpia e viale Michelangelo destinata i tifosi ospiti.
Domenica inizia il massimo campionato di serie A (anche se i canarini scenderanno in campo lunedì sera) cui il Frosinone parteciperà con il nuovo stadio Benito Stirpe. Peccato che a livello infrastrutturale, intorno all’impianto, tutto è fermo. La Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali ha chiesto una revisione del progetto ed una modifica del tracciato per lambire e non tagliare l’area boschiva sottoposta a vincolo protettivo.
L’EFFETTO DEI «BUROSAURI»
E proprio su questo vincolo l’ex assessore all’Urbanistica del comune di Frosinone, Mauro Granieri, commenta: «Il problema sta nella spinacacia, essenza arborea importata dal nord America nella seconda metà dell’800 per essere usata nell’ingegneria naturalistica e nel contenimento delle scarpate, specie lungo gli assi ferroviari (e non è il caso dell’area oggetto della strada). Esprimiamo perplessità circa l’operato dei “Burosauri” (burocrati fuori dai tempi moderni) il cui unico compito sembra quello di ritardare, ostacolare e rallentare soprattutto con il metodo di “rendere difficile il facile, mediante l’inutile”».
Ora, tra ferie e personale ridotto, i tecnici del comune stanno eseguendo i rilievi dovuti. Il nuovo progetto , che sarà pronto non prima della fine di settembre, dovrà passare nuovamente al vaglio della Regione, della Soprintendenza e dell’Amministrazione Provinciale. Forse nel 2019 questa benedetta strada diverrà finalmente realtà. Forse...
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