Frosinone, la grande festa per la A. Sfottò, goliardia
e un saluto particolare al vecchio Matusa

Frosinone, la grande festa per la A. Sfottò, goliardia e un saluto particolare al vecchio Matusa
di Alessandro Redirossi
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Lunedì 18 Giugno 2018, 16:14
Una festa travolgente, scaldata da gesti di romanticismo che solo il calcio può dispensare. Quella che è partita con il secondo gol di Ciano sotto i fari dello “Stirpe”, è stata un’ondata di emozione, commozione, entusiasmo impossibile da arginare. Il lunghissimo corteo dei tifosi partito dal Casaleno non si è snodato solo attraverso auto stracariche di gioia e felicità, ma anche con una lunga “processione” a piedi verso il centro di Frosinone, per salutare la serie A con torce, musica e voci spezzate da entusiasmo,incredulità e fatica.
SFOTTO', CORONE E TRATTORI
A vincere sono stati attimi di goliardia allo stato puro. La goliardia dei tanti tifosi che hanno girato per la città con delle strambe coroncine gialloblu. Altro non erano se non quel che rimaneva delle reti delle porte dello stadio Benito Stirpe. Quelle che in questa stagione si sono gonfiate 38 volte per spalancare il Paradiso della serie A. Si sono trasformate in un cimelio fra i tifosi che le hanno tagliuzzate e confezionate a mo’ di corona nel delirio della festa collettiva.

La goliardia di quelli che all’alba si sono recati a Sora per appendere nella piazza degli storici rivali una bandiera del Frosinone. Uno sfottò che fa parte del calcio, quella più bella e succosa. E uno dei tanti “sassolini” che i tifosi frusinati si son voluti togliere dalla scarpa. La goliardia dei tanti che hanno riversato per la città i simboli della proverbiale operosità ciociara: camion da cantiere e trattori per una sera si sono colorati di giallo e di blu. Anche un'impresa funebre ha fatto simbolicamente il "funerale" alla serie B. Invase le strade della città fra musica, balli, cori a oltranza. Sono state occupate anche le rotatorie della Monti Lepini, come piste da ballo improvvisate fra canti e sbandierate da stadio.
IL SALUTO AL MATUSA
Entusiasmo che ha unito anche tifosi di compagini gemellate o “amiche”. Infatti, per l’ultima decisiva partita dello Stirpe sono arrivati in città e hanno contribuito alla festa finale tifosi di Olbia, Messina, Pagani, Avellino. La ciliegina sulla torta sono stati i momenti di romanticismo, che hanno toccato picchi stellari anche a livello nostalgico. Nella sera del primo trionfo dello “Stirpe” un nutritissimo gruppo di tifosi di Frosinone e Olbia, insieme, ha dato vita a un “tour” simbolico, a spasso nella storia della città. Prima hanno reso omaggio al vecchio caro Matusa. Lì le luci della ribalta si sono spente un anno fa, per passare il testimone allo “Stirpe”. Ma sabato in molti lo hanno detto: il “fattore Matusa”, per una notte, è ricomparso al Casaleno per spingere la squadra in serie A. Come uno spettro che ha messo il fiato sul collo degli avversari. Come succedeva nel celebre “catino” fra i palazzi del centro. Così tifosi ciociari e olbiesi hanno colorato per qualche minuto (vedi foto) l’area del vecchio stadio dei loro colori e cori, per ringraziarlo come si fa con un vecchio e saggio nonno. Quello che ti consiglia quello che è giusto fare e che è impossibile da dimenticare. Poi l’epilogo, quasi all’alba, sotto il Campanile. Fedele guardiano di una città che ha tanta voglia di riaffermarsi. Non solo nel calcio. L’orologio più antico di Frosinone, circondato dalle luci della festa e dall'entusiasmo dei giovani tifosi, sembrava lasciar intendere che c’è sempre tempo per invertire la rotta. E andare in serie A.
 
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