Frosinone, un esercito di precari:
oltre 60% dei nuovi occupati
ha un contratto a termine

Frosinone, un esercito di precari: oltre 60% dei nuovi occupati ha un contratto a termine
di Alessandro Redirossi
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Domenica 22 Luglio 2018, 17:21 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 13:25
Netto calo delle imprese manifatturiere, aumento per quelle nel turismo e nell’agricoltura. È quanto emerge dalla relazione sulle performance 2017 della Camera di Commercio di Frosinone, pubblicata nei giorni scorsi.
Nel documento si evidenzia che il 2017 si è chiuso con 47.552 imprese registrate alla Camera di Commercio: un aumento dello 0,5% rispetto al 2016. Di queste 39.247 sono le imprese attive: oltre 2000 sono in scioglimento o liquidazione, quasi 5000 sono inattive.

MANIFATTURA IN CALO
Per quanto riguarda i maggiori settori economici in cui operano le imprese della provincia di Frosinone, i dati riferiti al primo semestre del 2017 parlano chiaro: turismo e agricoltura sono in crescita e in controtendenza rispetto alla flessione degli altri. Il primo settore economico in provincia è il commercio (con oltre 13mila imprese iscritte), seguito dalle costruzioni (6.925), agricoltura (5.630), attività manifatturiere (4353), turismo (3463) e trasporti (1437). Agricoltura (+ 1,1%) e turismo (+0,9%) sono gli unici settori in cui il numero delle imprese in provincia è cresciuto rispetto al 2016.
Il calo maggiore c’è stato per le attività manifatturiere, diminuite del 5,7% in un anno: mancano all’appello oltre 200 imprese fra 2016 e 2017. I segnali negativi per l’industria manifatturiera e quelli positivi per agricoltura e turismo ripropongono un tema centrale: la riqualificazione della Valle del Sacco e del Frusinate, con le bonifiche attese da anni. Che potrebbero avviare definitivamente il territorio sulla strada del rilancio dei settori turistico e agricolo, come suggeriscono gli ottimi riscontri delle iniziative legate a percorsi enogastronomici in Ciociaria.

OCCUPAZIONE
Sul fronte dell’occupazione, stando all’indagine Excelsior di Unioncamere e Anpal (aggiornata a giugno) le figure più ricercate in provincia sono impiegati, professioni commerciali e nei servizi (33%) o operai specializzati, conduttori di impianti e macchine (33%). Poco ricercati i laureati. Infatti, fra i lavoratori per cui è prevista l’entrata nel mondo del lavoro in questo periodo solo l’11,5% è laureato. Più gettonati il diploma (33%) e la qualifica professionale (28%). Basta la scuola dell’obbligo per il 27% dei casi.
Le difficoltà di reperimento riguardano in media (per tutti i settori) il 21% del personale richiesto: in alcuni casi per «inadeguata competenza e qualificazione», in altri per mancata esperienza nel settore lavorativo specifico. Fra le figure più difficili da reperire per le imprese della provincia ci sono diplomati specializzati in elettronica ed elettrotecnica (72,2% la difficoltà di reperimento) o in informatica e telecomunicazioni (40,7%). Per quanto riguarda le tipologie contrattuali di ingresso previste secondo il rapporto spopola il contratto a tempo determinato con una media del 62% in provincia (con picchi del 74% nel commercio e 66% nel turismo). Per quanto riguarda i contratti a tempo indeterminato si attestano sul 27% in media: sono sotto la doppia cifra nel turismo (9%) mentre il dato più alto è nel settore delle costruzioni (43%).
Fra le imprese assumono, stando ai dati aggiornati a giugno, ci sono in prima linea quelle di servizi alle imprese (20%), seguite da industria manifatturiera e public utilities (13,8%) e turismo (12,5%).
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