Gli investigatori sul ritrovamento del corpo di Armando Capirchio: «Fondamentale l'aiuto di cacciatori e pastori della zona»

Gli investigatori sul ritrovamento del corpo di Armando Capirchio: «Fondamentale l'aiuto di cacciatori e pastori della zona»
di Barbara Savodini
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Sabato 24 Marzo 2018, 12:26
LENOLA - La gola carsica che per cinque mesi ha inghiottito il corpo di Armando Capirchio si trova in un luogo talmente impervio che neppure i residenti di Ambrifi erano a conoscenza della sua esistenza. Tutti però conoscono benissimo il proprietario del terreno in cui sorge, un parente vicinissimo di Michele Cialei. Benché si tratti di una zona poco abitata e decisamente fuori mano, la notizia si è sparsa velocemente destando sconcerto e preoccupazione nel paesello. Tra i numerosi residenti accorsi, anche il sindaco di Lenola Andrea Antogiovanni che si è complimentato con le forze dell'ordine.

«Purtroppo non è la prima volta che le faide tra pastori sfociano in drammatici fatti di cronaca – ha ammesso il primo cittadino –  Abbiamo seguito questa triste vicenda che stava riguardando un nostro comune confinante sin dall'inizio, non pensavamo però che ci avrebbe in qualche modo toccato. Siamo tutti profondamente addolorati per l'accaduto, ci tengo comunque a precisare che la nostra è una comunità sana». Benché appartenenti a due province diverse, Lenola e Vallecorsa sono in effetti due realtà molto simili, popolate da residenti spesso imparentati e attività economiche collegate. È così, almeno, nel settore della pastorizia dove le faide, come ricordato anche dal primo cittadino, sono piuttosto frequenti.

Il precedente più vicino risale al 2016 quando due fratelli sono stati arrestati per aver quasi ucciso a bastonate un uomo di 48 anni. Alla base della lite per poco non finita nel sangue, uno sconfinamento degli animali dalle zone di pascolo. L'episodio, violentissimo, si era peraltro consumato dinnanzi agli occhi del nipote della vittima, un bambino di appena dieci anni. Il tutto in località San Martino di Ambrifi, ovvero a poca distanza dal luogo in cui ieri è stato ritrovato il cadavere di Armando Capirchio. Nel 2015, invece, sempre lo stesso pastore con il vizio di lasciar pascolare i propri animali ben oltre la sua proprietà, era stato minacciato con una motosega per poi finire all'ospedale con diverse lesioni e un braccio rotto.

Quelle di Lenola e Vallecorsa, insomma, sono due comunità sane, come ha giustamente ricordato il sindaco Antogiovanni, ma tra i pastori di stanza nei terreni a cavallo tra le due province quella dello sconfinamento degli animali è una questione che non viene vissuta a cuor leggero. Lo sanno bene i cacciatori e gli allevatori della zona che hanno avuto un ruolo chiave nell'indirizzare le indagini fino alla gola carsica di Ambrifi. «Avevamo individuato una macro area grazie alle celle telefoniche - ha ammesso il maggiore Matteo Branchinelli che sta coordinando le indagini - ma sono state in particolare le confidenze di alcuni residenti, in particolari di cacciatori e allevatori che conoscono bene il territorio a condurci fino alla gola in cui è poi avvenuto il ritrovamento».
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