Automotive, capannone venduto: «Servirà l'indotto»

Non vi sorgerà un termovalorizzatore, come qualcuno temeva e ipotizzava

Automotive, capannone venduto: «Servirà l'indotto»
di Alberto Simone
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Venerdì 8 Marzo 2024, 08:49

Non vi sorgerà un termovalorizzatore, come qualcuno temeva e ipotizzava. Ma uno dei capannoni ex Itca di proprietà di Stellantis - il numero 7, per la precisione - così come annunciato già lo scorso mese di novembre quando era stata messa in vendita anche la "storica" palazzina uffici, non sarà più di proprietà di Fca Cassino Plant. Nei giorni scorsi è stata chiusa la vendita e così come emerge dalla delibera dirigenziale numero 18-2024 del Consorzio industriale del Lazio, Stellantis ha ceduto l'area alla società B&B Immobiliare Srl. Chi assicura che in quell'area non vi sorgerà un termovalorizzatore? È scritto nero su bianco sulla delibera del Consorzio industriale del Lazio, dove si legge testualmente: «Vista la società interessata all'acquisto dell'immobile quale la B&B Immobiliare S.r.l., con sede legale in San Vitaliano (Na), con la quale la società Stellantis aveva già concluso contratti di compravendita di immobili per uso industriale nella zona di Pomigliano d'Arco, durante l'incontro entrambe le società hanno spiegato» che «attraverso la società immobiliare» il capannone andrà «in gestione a delle società utilizzatrici, come previsto nel Piano regolatore vigente, con produzioni sempre a servizio dell'indotto automotive». A guardare il bicchiere mezzo pieno, c'è dunque da tirare un sospiro di sollievo per via del fatto che non ci sarà un importante impatto ambientale come si temeva. A guardarlo mezzo vuoto, il bicchiere, da festeggiare c'è però ben poco. Perché, nella sostanza dei fatti, Stellantis inizia a vendere i "gioielli di famiglia". Non certo un fulmine a ciel sereno, a dir la verità. Notizie in merito erano emerse già lo scorso mese di novembre 2023 quando, proprio da queste colonne avevamo evidenziato che Stellantis aveva avviato la procedura per la messa in vendita non solo della palazzina uffici, ma anche dei capannoni ex Itca 6 e 7.
 

Ora che la prima vendita è andata in porto, si temono altre operazioni analoghe.

Del resto già lo scorso mese di novembre il sindacato di base FlmU-Cub, attraverso la delegata Rita Di Fazio, aveva sottolineato: «La dismissione è iniziata già da alcuni mesi e i risultati concreti dovrebbero vedersi entro il 2024. Il nuovo fabbricato della verniciatura costruito nel periodo di Marchionne dove si iniziava ad utilizzare la vernice ad acqua ed oltre venti colori è in via di dismissione e gli operai sono stati trasferiti nel vecchio reparto della verniciatura. È bene ricordare che la nuova verniciatura, capannone realizzato con la collaborazione di Unicas, è costata 15 milioni di euro» aveva evidenziato il sindacato. La preoccupazione è evidente, anche per via del fatto che per tutto il 2024 per i lavoratori sono stati prorogati i contratti di solidarietà. E c'è anche l'incognita su come e da chi verranno gestite le nuove aree dismesse. A tal proposito nella delibera dirigenziale del Consorzio industriale del Lazio si rimarca che l'Ente resta in attesa «di attendere l'individuazione dell'azienda che utilizzerà l'immobile ceduto per tutte le opportune verifiche e riconoscimenti ai fini delle autorizzazioni necessarie per lo svolgimento delle attività di produzione».

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