Sanità, accorpamento centrale
118 Latina-Frosinone: chiamate
doppie rispetto a Rieti-Viterbo

Sanità, accorpamento centrale 118 Latina-Frosinone: chiamate doppie rispetto a Rieti-Viterbo
di Alessandro Redirossi
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Mercoledì 18 Luglio 2018, 17:17
Una centrale operativa al nord del Lazio e una al sud. Ma nelle due province meridionali (Frosinone-Latina) la centrale unica - quando partirà - si troverà a gestire oltre il doppio  delle richieste di soccorso rispetto a quella del nord (Rieti-Viterbo). Lo suggeriscono i numeri della relazione sulle performance dell’Ares 118 pubblicata a novembre 2017, che contiene i dati riferiti all’anno precedente, il 2016. In Ciociaria ci si oppone all'accorpamento, che potrebbe essere corredato dal rischio concreto di veder volare proprio a Latina la sede unica pontino-ciociara da cui si risponderà alle chiamate di emergenza. Gli atti parlano chiaro già da oltre un anno, dal decreto del presidente Zingaretti del 2017. Che ha fissato per luglio 2018 l’avvio dell’iter di accorpamento Latina-Frosinone, oggi contestato pesantemente in extremis, a delibere fatte.
I NUMERI
Stando al documento sul sito dell’Ares, c'è un abisso fra il numero di chiamate che arrivano e partono dalle centrali operative provinciali dei territori di Frosinone-Latina e quanto avviene a Rieti-Viterbo. Parliamo sia di quelle che arrivano dai cittadini per richieste di soccorso, che di quelle che escono per la gestione delle missioni dei mezzi del 118.


Il bilancio del 2016 vede le centrali dei territori di Frosinone e Latina impegnate con 563mila chiamate nel 2016 (215.110 per la centrale di Frosinone e 347.586 per quella di Latina), mentre Rieti e Viterbo gestiscono insieme circa 276mila chiamate (meno della metà). Nel Lazio il traffico telefonico è stato gestito nel 2016 per il 21% dalle centrali operative della provincia pontina e ciociara (13% Latina e 8% Frosinone). Invece le telefonate gestite dai territori di Rieti e Viterbo sono in totale appena il 10% su base regionale. A sostegno della scelta regionale di accorpare sia a nord che a sud del Lazio, c'è lo standard fissato da un decreto ministeriale del 2015: una centrale operativa ogni 600mila abitanti. Criterio che pesa però molto di più sulle province di Frosinone e Latina. La centrale operativa pontino-ciociara dovrebbe infatti interfacciarsi con poco meno di 1 milione e 100mila residenti. Per uno scarto di poco più di 100mila residenti non si tocca quella quota 1,2 milioni di abitanti che – essendo il doppio di 600mila - avrebbe teoricamente suggerito di mantenere 2 centrali operative 118 (una a Frosinone e una a Latina). Il paradosso è che ora i territori di Rieti e Viterbo - pur avendo complessivamente la popolazione della sola provincia di Frosinone (circa 490mila) -  avranno una  centrale operativa al pari di Latina-Frosinone (province che sommano oltre un 1 milione di abitanti).

LE PREOCCUPAZIONI
In Ciociaria il timore concreto è anche quello di vedere, alla fine, la sede unica accorpata stabilirsi a Latina (provincia più numerosa) piuttosto che a Frosinone. Per la centrale operativa unica Rieti-Viterbo la scelta della sede è caduta sulla provincia con meno abitanti (Rieti), mentre Viterbo ha una delle basi Hems dell’elisoccorso regionale. Il consigliere regionale del Pd Mauro Buschini aveva rassicurato: “Cambierà soltanto la sede dove si risponderà al telefono. Nessuna modifica nella sostanza: il personale e i mezzi a disposizione della Provincia di Frosinone rimarranno gli stessi”. Ma le rappresentanze degli infermieri e gli operatori hanno spiegato a più riprese in questi giorni che quello ciociaro è un territorio complesso per caratteristiche orografiche, numero di piccoli Comuni, estensione, collegamenti. Ribadendo che, per assicurare soccorsi e risposte celeri, chi alza la cornetta deve conoscere il territorio, le zone, perfino i dialetti di tante persone anziane.
 
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