Un successo di pubblico e di partecipazione emotiva, salutato con un lungo applauso e la platea in piedi. Momenti toccanti, crudi, qualche battuta e un testo che lascia con il fiato sospeso quello di "Brucia la terra. Racconti di mafia: dal golpe di Corleone ai giorni nostri. Un’utopia di verità". Lo hanno portato in scena Alessandro Cola ed Edoardo Fiorini - il duo "Aut Aut" - nel piazzale antistante il palazzo di giustizia di Frosinone.
E' stata la scelta, indovinata, dell’Ordine degli Avvocati che di concerto con il Tribunale e la Procura della Repubblica, ha voluto ricordare così la strage di via D'Amelio.
Una platea qualificata e attenta quella che ieri sera, al tramonto, ha assistito alla rappresentazione .
Soddisfatto per la riuscita dell’evento, il presidente Vincenzo Galassi ha rimarcato la necessità di «ricordare coloro che più di altri hanno contribuito con azioni e senso del dovere ad affermare etica e principi di cui le nuove generazioni devono essere testimoni convinti e consapevoli. Un modo nuovo di raccontare la mafia – ha evidenziato – che offre un ulteriore spunto di riflessione soprattutto alla nostra categoria, direttamente e quotidianamente impegnata all’affermazione dei valori di giustizia e legalità»
L’iniziativa è stata realizzata con il contributo della Regione Lazio e con il patrocinio della Provincia di Frosinone. A presentarla il direttore di Teleuniverso, Alessio Porcu. Sul palco, Alessandro Cola ed Edoardo Fiorini hanno alternato a momenti di riflessione, passaggi satirici, spunti critici e approfondimenti sulle vicende narrate: il teatro d'inchiesta mescolato alla satira sociale e politica, al momento lirico, alla critica di costume attraverso una lettura lucida e dissacrante della realtà che, però, sa ancora ambire all' utopia.
Entusiasta della risposta di pubblico, l’avvocato Fabrizio Zoli, tesoriere del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Frosinone e principale promotore dell’evento, ha voluto sottolineare «la valenza critica, culturale e decisamente lontana da intenzioni meramente propagandistiche dei contenuti di uno spettacolo che, proprio per queste sue caratteristiche, sicuramente può e deve trovare accoglimento nel luogo di formazione per eccellenza: la scuola. Ringrazio Alessandro ed Edoardo per averci offerto una chiave di lettura se possibile ancora più cruda e dissacrante di uno dei periodi più bui della storia della giustizia e ingiustizia italiane».