Valle del Sacco: sforamenti
su polveri, benzoapirene
e ozono. L'aria peggiore del Lazio

Valle del Sacco: sforamenti su polveri, benzoapirene e ozono. L'aria peggiore del Lazio
di Alessandro Redirossi
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Sabato 14 Luglio 2018, 17:29
Polveri sottili, benzoapirene, ozono: nel Lazio solo la Valle del Sacco ha tutti e tre gli indicatori sopra la soglia, segnalati in rosso. E’ quanto emerge nelle Relazione 2017 sulla qualità dell'aria dell’agenzia regionale Arpa, che conferma il territorio che ingloba anche la Ciociaria fra le "aree più critiche”.
OLTRE LA SOGLIA
Secondo la Relazione dell’Arpa, nel 2017 nel Lazio i valori limite per il benzoapirene sono stati superati solo nella Valle del Sacco, a Frosinone e Colleferro. Se il limite di legge è di 1 ng/m3, nella centralina di via Puccini a Frosinone sono stati rilevati valori pari a 1,86 (quasi il doppio della soglia-obiettivo). Il benzoapirene è individuato nelle frazioni di polveri pm10. Come si evince dalle schede dell’Arpav (l’agenzia veneta omologa dell’Arpa laziale) è uno degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa). “Un numero considerevole di Ipa presenta attività cancerogena” ricorda l’agenzia veneta. Parliamo di composti che si originano “dalla combustione incompleta in impianti industriali, di riscaldamento e nei veicoli a motore". L'agenzia veneta segnala anche "l’impatto sulle emissioni di benzo(a)pirene della legna da ardere”.
Sulle polveri sottili è già noto come Frosinone sia fra i peggiori capoluoghi d’Italia. Riferendosi al contesto regionale, l’Arpa evidenzia che “tra il 2017 e il 2016 si riscontra un miglioramento" su polveri sottili pm10 e pm2,5. Ma, per quanto riguarda la Ciociaria, la situazione resta preoccupante. Infatti la concentrazione di pm10 nella Valle del Sacco “rappresenta la maggior criticità della zona”. A Frosinone nel 2017 sono stati 93 i giorni con superamento delle soglie di legge per le polveri pm10 nell’aria, a Ceccano 89. Mentre il limite normativo è 35 giorni.Preoccupante anche la media giornaliera di pm 10 nell'aria durante tutto l’anno. Il valore limite è di 40 μg/m3: Frosinone (39) e Ceccano (40) sono a un niente dal superare il confine fissato per la protezione della salute umana.L’inquinamento è anche accompagnato nel Frusinate da piogge sotto la media degli anni passati e venti deboli: fattori che non aiutano. 
La Ciociaria non può sorridere neanche per quanto riguarda le concentrazioni di ozono (O3) nell’aria. Nelle stazioni di rilevamento di Frosinone (centro storico) e di Fontechiari vengono superati dei valori limite, sia per quanto riguarda la tutela della salute umana che la protezione della vegetazione. A tutela della salute umana viene fissato il valore di 120 μg/m3: non va superato per più di 25 giorni all'anno, calcolando la media in un triennio. Invece gli sforamenti a Fontechiari riguardano 87 giorni e a Frosinone 28..
LA PROTESTA
I valori della Relazione hanno portato associazioni che si battono contro l’inquinamento ad alzare nuovamente la voce. “Civis” ha commentato così: “Chi aveva detto che la situazione era "notevolmente migliorata”? Siamo peggio di Roma”. Critica anche la dottoressa Teresa Petricca, dell’associazione Medici di famiglia per l’Ambiente. Che è tornata in pressing su Registro Tumori e monitoraggi sulla Valle del Sacco. A fine giugno, in seguito alla spinta delle associazioni, è stata approvata in Consiglio regionale una mozione firmata dai consiglieri 5 Stelle che impegna la Regione ad avviare il Programma di Valutazione sulla popolazione residente nel Sin Valle del Sacco. Oltre a interventi sanitari mirati per il territorio. Strumenti per valutare correlazione fra malattie, morti e area di residenza dei cittadini. Per poter affrontare la situazione con le migliori armi e conoscenze.
 
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