Il ritorno del mitico androide partorito dal genio del regista James Cameron potrebbe, però, deludere le aspettative dei fan più ortodossi: ancora non è dato a sapersi se nel cast del film ci sarà l’attore che ha dato anima e (soprattutto) corpo al robot. La presenza di Arnold Schwarzenegger, infatti, è incerta, vuoi per l’indecisione dell’ex governatore della California, vuoi, magari più maliziosamente, per una abile mossa strategica della stessa Paramount che potrebbe giocare sull’effetto-sorpresa. Comunque, nel caso, il forfait di Schwarzenegger non costituirebbe un inedito: già “Terminator salvation”, uscito nel 2009, non lo vide tra i protagonisti a causa dei suoi noti e ben più importanti impegni politici.
Nell’ipotesi contraria, invece, per Schwarzy si tratterebbe di una nuova reunion, a distanza di dieci anni dall’ultima apparizione nella saga: nel 2003 rispose presente alla chiamata per “Terminator 3 – Le macchine ribelli”. Allora aveva cinquantasei anni e qualcuno già cominciava a dubitare della sua credibilità nelle vesti di killer tutto muscoli. Ma le vie del business, si sa, a Hollywood sono infinite e così ben venga una nuova avventura. D’altronde se anche Sylvester Stallone è tornato a interpretare “Rambo” e “Rocky” dopo aver passato i sessanta, perché non potrebbe provarci l’amico e coetaneo Schwarzenegger,che oggi veleggia verso le sessantasei primavere?
L’attore austriaco, poi, deve tantissimo al personaggio di T-800, visto che “Terminator”, uscito nel 1984 e inserito dall’American Film Institute al quarantaduesimo posto della classifica “all-times” delle migliori pellicole horror e thriller statunitensi, gli diede la fama mondiale. Il successo del film fu enorme e venne ripetuto con il secondo volume “Terminator 2 – Il giorno del giudizio”. Considerando anche gli altri due capitoli, in tutto l’epopea del cyborg ha portato a casa un miliardo di dollari. Per la Paramount è finalmente giunta l’ora di aggiornare il conto.