Thailandia, l'esercito decreta la legge marziale: censurati i media

Thailandia, l'esercito decreta la legge marziale: censurati i media
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Martedì 20 Maggio 2014, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 08:07

Legge marziale e media censurati. Pesante giro di vite a Bangkok da parte dei militari.

L'esercito thailandese ha decretato la legge marziale nel Paese asiatico, al centro di nuove proteste e disordini dopo la recente destituzione della premier Yingluck Shinawatra.

Le forze armate - per bocca di un'emittente da loro controllata - dicono di voler «restaurare la pace e l'ordine pubblico», dopo i 28 morti e le centinaia di feriti degli ultimi scontri di piazza, e negano che l'iniziativa sia la premessa di un nuovo colpo di stato in Thailandia. La settimana scorsa, sull'onda di un attentato costato a Bangkok tre morti e una ventina di feriti, l'esercito thailandese aveva peraltro minacciato d'intervenire «con tutte le forze» se la crisi politica non fosse rientrata, come aveva avvertito il capo di stato maggiore, gen. Prayuth Chan-ocha.

L'ultimo putsch militare nel Paese risale al 2006, quando gli uomini in divisa intervennero direttamente per rovesciare l'allora primo ministro, il controverso magnate Thaksin Shinawatra. Dal suo auto-esilio, Thaksin è poi rimasto il finanziatore del partito di governo; ma sua sorella Yingluck, diventata a sua volta premier, è stata destituita due settimane fa per abuso di potere dalla Corte costituzionale, in quello che i suoi sostenitori considerano un «golpe giudiziario».

Nel frattempo non demorde tuttavia neppure la protesta degli oppositori del magnate, in corso da novembre con l'obiettivo di «estirpare il regime Shinawatra» e che da mesi chiede un governo di suo gradimento nominato del Senato, senza nascondere simpatie monarchiche e per le forze armate. Dal 1932 i militari sono stati all'origine di 18 colpi di stato in Thailandia.

I media censurati. Il capo dell'esercito della Thailandia ha decretato anche la censura dei media: «È fatto divieto a tutti i media di riportare o diffondere notizie o immagini dannose per l'interesse nazionale».

L'esercito ha tolto le antenne a dieci canali televisivi accusati di «distorcere l'informazione» e «aggravare il conflitto». Tra le tv a cui è stata interdetta la trasmissione figurano il canale satellitare BlueSky vicino all'opposizione e i pro-governativi AsiaUpdate e Udd.

L'appello di Thaksin. La legge marziale «non distrugga la democrazia»: è l'appello lanciato oggi dall'ex primo ministro della Thailandia, Thaksin Shinawatra, in esilio dopo il colpo di Stato del 2006. «Spero che nessuno violi i diritti umani e distrugga la democrazia», ha scritto Thaksin Shinawatra sul suo account Twitter in una rara dichiarazione sulla crisi.

L'avvertimento degli Usa. La legge marziale decretata dall'esercito thailandese deve essere «temporanea» e non deve mettere a rischio la democrazia, avvertono gli Stati Uniti. «Tutte le parti in campo devono rispettare i principi democratici e garantire la libertà d'espressione», afferma in un comunicato la portavoce del dipartimento di Stato americano Jen Psaki.

La preoccupazione del Giappone. Il Giappone esprime una «grave preoccupazione» e auspica una soluzione pacifica ai disordini in Thailandia: «Sollecitiamo con forza le parti interessate a dare prova di moderazione e a non usare la violenza - ha detto il portavoce del governo, Yoshihide Suga -. Speriamo vivamente che la situazione venga affrontata in modo pacifico e democratico». Tokyo prenderà tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei cittadini giapponesi che vivono in Thailandia.

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