Trump, un ministero per Sarah Palin. Spunta anche il numero uno di JP Morgan

Trump, un ministero per Sarah Palin. Spunta anche il numero uno di JP Morgan
di Flavio Pompetti
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Venerdì 11 Novembre 2016, 08:23
NEW YORK - Tra smentite pubbliche e sgomitate in privato, la squadra di governo del presidente eletto prende forma, almeno nella feconda versione del gossip all'ombra del campidoglio. L'aggiunta dell'ultimo minuto è quella di Sarah Palin, una delle prime personalità del panorama conservatore americano a essersi schierata al fianco di Trump, quando era ancora in lizza per le primarie. In comune i due hanno una classificazione ai margini del partito repubblicano, ugualmente avversata dai senatori che sono al comando del comitato nazionale.

IL TESORO
L'ex governatrice dell'Alaska negli ultimi anni è rimasta in una zona di confine tra la celebrità degli show televisivi e le apparizioni nelle grandi adunate del partito del tè. Potrebbe uscirne ora per prendere le redini della segreteria degli Interni, dalla quale dettare tra l'altro direttive per la politica energetica del Paese. Il nome di Jamie Dimon si è nel frattempo aggiunto a quello di Steven Mnuchin come possibile segretario del Tesoro. Se quest'ultimo ha legami passati con la Goldman Sachs, il primo è l'uomo di punta della J.P Morgan, ed è stato uno degli artefici della ricostruzione dell'istituto dopo la crisi finanziaria del 2008, e del negoziato con il passato governo sulla riforma del sistema bancario.

Un curioso scambio di messaggi su Twitter sembra inoltre suggerire che l'ultima nella lunga lista dei direttori della campagna di Trump, Kellyanne Conway, avrebbe un ruolo di spicco nella prossima amministrazione. L'esperta delle comunicazioni che ha difeso Trump nella fase più delicata, dopo l'uscita del video che lo indicava come un possibile molestatore sessuale, ha chiosato sul sito social l'affermazione del giornalista della rivista Time Gabriel Sherman, secondo cui lei non sarebbe stata interessata a un incarico di governo. «Falso - si legge nel suo cinguettio - Sara forse possibile che questa fonte sia interessata alla stessa posizione che è stata già offerta a me?».
Altro movimento rivelatore potrebbe essere la notizia che i figli maggiori di Trump, Donald Jr. Eric e Ivanka, diventeranno gli amministratori di un blind trust che separerà in modo netto il padre dal suo patrimonio. Il passaggio di consegne libererebbe così Michael Cohen, l'avvocato che è da anni l'uomo di assoluta fiducia negli affari per Trump. Cohen si è già dichiarato disponibile per un trasferimento da New York a Washington.

GIULIANI SCALPITA
Circolano invece voci di conferma per alcune delle posizioni chiave del gabinetto presidenziale già sussurrate ieri. Con molta difficoltà Trump potrà resistere alle aspettative dell'ex sindaco di New York Rudy Giuliani, che scalpita per sedersi sulla poltrona di segretario per la Giustizia, e si è detto pronto a rivestire la carica se sarà chiamato. Il settantaduenne politico italo americano è stato il cane da guardia di Trump contro le accuse più infamanti della campagna. Ieri Giuliani si è presentato in televisione in compagnia di Cohen, e ha attaccato i contestatori che marciano in protesta per l'elezione di Trump, chiamandoli «mocciosi viziati». Ha aggiunto che avrebbero bisogno della buona dose di scapaccioni che lui prendeva dai preti quando era studente al Manhattan College. L'unica insidia per Giuliani è la candidatura concorrente di Chris Christie per la stessa poltrona. Il governatore del New Jersey è stato il primo avversario delle primarie a defilarsi dalla competizione per schierarsi al fianco di Trump. La sua resterà una candidatura credibile, a meno che finisca a sua volta nell'occhio del ciclone della giustizia. Christie è in attesa della conclusione di un processo che lo vede accusato di aver orchestrato un gigantesco ingorgo stradale per punire il sindaco di una cittadina del New Jersey, che si era rifiutato di sostenerlo nella corsa per la elezione nel 2009.