Tutti in coda per una buca, così si paga la tassa occulta

di Paolo Graldi
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Giovedì 24 Novembre 2016, 07:54
C'è una tassa occulta, salatissima e insieme spudoratamente evidente che i romani devono pagare ogni giorno quando devono muoversi da casa: si chiama balzello sulle code da traffico causa buche per effetto della manutenzione stradale inevasa. Un tributo che si paga in ore di sonno non godute, stress da circolazione a passo d'uomo, ritardi spaventosi per congiungere anche tratti minimi di strada. Un danno incessante, permanente al quale il Campidoglio, responsabile in primis, non sa dare risposte.

Ultim'ora: ogni mattina ed ogni sera centinaia di migliaia di cittadini pagano cash la sventura di doversi servire di quel tratto inevitabile di Olimpica che congiunge Tor di Quinto al Foro Italico. Un danno banale alla carreggiata, da una settimana, restringe i flussi dei veicoli costringendoli a procedere a singhiozzo, a passo d'uomo. In fila per uno. Un calvario senza fine.

Nessuno provvede a quella riparazione. Dicono: manca qualsiasi appalto e poi le ditte, tutte creditrici e non pagate, preferiscono non muoversi. Le proteste restano inascoltate. I vigili urbani sono altrove, comunque non danno spiegazioni. Rabbia e caos avvelenano il caffè del mattino. La sproporzione tra il manto da riparare e il danno per gli utenti è incalcolabile. Roma è la citta in Europa dove è impossibile prevedere il tempo di un qualsiasi percorso.

Altrove, ovunque dentro e fuori le mura, l'asfalto stracciato viene recintato da reti di plastica che da provvisorie diventano permanenti. Per uno scherzo del destino su una buca all'Appio Latino si è aperta una voragine ed ha inghiottito un camion dell'Ama che doveva transennarla. Chissà: forse il furore impotente non basta più. Ci vuole dell'altro.

paolo@graldi.it
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