L'esultanza sguaiata e il rispetto per la divisa

L'esultanza sguaiata e il rispetto per la divisa
di Paolo Graldi
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Martedì 6 Dicembre 2016, 08:04 - Ultimo aggiornamento: 08:32

Virale. Sì, virale sul web il balletto del vigile urbano in divisa, con tanto di pistola e manette alla cintola, che si dimena, si agita come un tarantolato, allunga le braccia e i pugni a stantuffo, grida alzando gli occhi al cielo in una esagitazione incontenibile. Quella gioia sugli spalti, alla fine del match vinto dai giallorossi, suona male. E il fatto che sia stata filmata e mandata in circolo dimostra, ancora una volta, il doppio taglio dell'arnese elettronico. Qualcuno avrà gioito, qualcun altro avrà alzato il sopracciglio, altri ancora avranno speso parole di critica.


Un record di visioni che ammonisce dal comportarsi in pubblico come se si fosse in privato. Perché l'episodio della tarantella sfrenata si presta a una nota di biasimo? Perché quel tifoso esultante porta una divisa, è presente con altri colleghi in servizio, svolge una mansione che gli conferisce una speciale autorità di pubblico ufficiale, di agente di polizia giudiziaria. Uno status che lo vede obbligato a muoversi, quand'anche sugli spalti della Curva Sud, roccaforte giallorossa, con compostezza e rispetto. Rispetto per la divisa.

La stessa che dovevano avere quei vigili del fuoco anche loro filmati a fare i coretti da stadio, per giunta offensivi verso la Lazio. Un qualsiasi altro tifoso, specie nel clima del derby poteva considerare l'esultanza, anche la più euforica, voce del biglietto d'ingresso. Un vigile in servizio, scusate, no. Alla scuola ufficiali dei carabinieri, prima lezione, insegnano una regola. Sappiate e tenete a mente che portare la divisa equivale a identificare ogni vostro gesto con l'intera Arma. Chi vi vede e vi giudica vede e giudica l'intera Arma. La regola vale anche per i vigili urbani, quando sono in divisa. Perfino se la squadra del cuore vince il derby.

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