La svolta sui vaccini: gratis e senza ticket. Novità fecondazione

La svolta sui vaccini: gratis e senza ticket. Novità fecondazione
di Valentina Arcovio
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Venerdì 13 Gennaio 2017, 17:18 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 20:05

ROMA L'obiettivo è quello di far vaccinare tutte le categorie indicate. Il mezzo è quello di offrire gratuitamente, quindi senza pagamento del ticket, i vaccini vecchi e alcuni nuovi, come quelli contro il meningococco B e contro lo pneumococco. Ci sono non poche novità nel nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2016-2018, allegato ai Livelli essenziali di assistenza (Lea) varati due giorni fa. A renderlo operativo spetterà però alla Conferenza Stato-Regioni, che si riunirà il prossimo giovedì. Nei Lea è stata tra l'altro inserita anche la fecondazione assistita eterologa.

Il nuovo Piano, finanziato con 100 milioni di euro per il 2017, 127 milioni per il 2018 e 186 milioni per il 2019, prevede la somministrazione gratuita ai bambini dei vaccini contro il meningococco B, la varicella, il rotavirus e l'epatite A, l'estensione agli adolescenti maschi del vaccino contro il papilloma virus e ai 65enni di quelli contro pneumococco ed Herpes Zoster.

LA SCELTA
In pratica, sono stati considerati i soggetti a rischio di tutte le età. Nel dettaglio, con l'entrata in vigore del nuovo piano per i bambini sono previsti, entro il primo anno d'età, il vaccino esavalente contro difterite, tetano, pertosse, poliomelite, e poi Haemophilus influenzae di tipo B, l'anti-epatite B. Dal secondo anno di vita scattano poi i richiami per l'esavalente e i vaccini contro morbillo-parotite-rosolia e contro la varicella (possibile anche il quadrivalente). Entra anche il vaccino contro il meningococco B, oltre a quello contro l'epatite A. A 12 anni d'età è poi prevista la vaccinazione anti-papillomavirus, per le femmine e, novità, anche per i maschi.

Per l'età adulta sono previsti normalmente i richiami per alcuni di questi vaccini, mentre per le persone con un'età uguale o superiore ai 65 anni è consigliata la vaccinazione anti-influenzale. Consigliato anche, e queste sono le novità del nuovo piano, l'anti-pneumococco e l'anti Herpes zoster. Previsti poi vaccini gratuiti per alcune categorie a rischio, come l'anti-epatite A e B per tossicodipendenti e soggetti affetti da epatopatie croniche.

MESSAGGIO DIRETTO
Il messaggio lanciato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è che «i vaccini non sono da considerarsi una cura ma attengono alla prevenzione collettiva della popolazione». Per Carlo Signorelli, presidente della Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva (Siti), il nuovo piano potrà anche diminuire l'esitazione dei genitori a vaccinare.

«Il piano ha recepito le indicazioni scientifiche dalle nostre società in senso ampio - spiega Signorelli - proteggendo da tutte le malattie per cui esistono coperture efficaci. Noi abbiamo sempre detto che però il piano è solo l'inizio, non è che con i buoni calendari sia finita la partita. Serve un grande impegno sul fronte informativo e organizzativo, bisogna continuare l'opera per convincere la popolazione che i vaccini sono utili, e dall'altra parte aumentare le modalità di offerta perché c'è un raddoppio delle dosi nella vita di una persona, e siccome sono tutti forniti dal Servizio Sanitario Nazionale bisogna pensare a come somministrarli».

BANDO ALLE DISTINZIONI
Il piano, secondo Signorelli, era necessario per evitare le differenze regionali nell'offerta che ci sono oggi. «Questo è il più grande problema attuale, a causa del quale la possibilità di essere protetti dipende dalla zona in cui si vive senza nessuna giustificazione epidemiologica. Ora invece tutti avranno la protezione dalla varicella, tutti dalla meningite, e non solo nell'infanzia perché ci saranno i richiami, i maschi saranno protetti per l'Hpv, un vaccino che protegge da almeno sette tumori, solo per fare degli esempi».

Anche l'obbligo che alcune Regioni stanno per introdurre nei bimbi iscritti ai nidi può essere d'aiuto, secondo Signorelli. «Noi siamo sempre contro la sanità pubblica dell'obbligo, ma in un momento come questo la richiesta del certificato vaccinale risponde a emergenze contingenti, alla necessità di ridurre la circolazione di patologie, e può ridurre quei ritardi che hanno alcune famiglie nel vaccinare».

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