Microspie nascoste in freezer e tv: per difendersi basta un cerotto

Microspie nascoste in freezer e tv: per difendersi basta un cerotto
di Umberto Rapetto
4 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Marzo 2017, 08:39 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 08:11
Auto autonoma potrebbe sembrare un gioco di parole, un calembour o l'incipit di uno scioglilingua. Niente affatto. È il futuro della mobilità, in cui le driverless car (ossia le vetture senza conducente) poco alla volta andranno a sostituire i veicoli tradizionali e inceneriranno lo storico chi ti ha dato la patente che inaugurava le liti ai semafori.

L'automobile guidata da un computer opportunamente attrezzato ed elegantemente assorbito dalla carrozzeria potrebbe sembrare un'ipotesi avveniristica, ma non sono tanti a pensarla in questo modo. Poco alla volta le tecnologie hanno saputo invadere anche le utilitarie più comuni, arricchendo di sempre nuove funzionalità persino i modelli base che un tempo non potevano contare su dotazioni opzionali.

I PUNTI DEBOLI
L'operazione del parcheggio è stata semplificata dall'installazione di sensori in grado di rilevare le distanze e - quasi non bastasse il segnale acustico che aumenta di frequenza man mano che il contatto con un eventuale ostacolo si avvicina - dall'implementazione di minuscole telecamere, che meglio di qualunque specchietto retrovisore aiuta chi è al volante a non commettere errori o fare danni.

Il navigatore satellitare, l'interfaccia bluetooth che fa dialogare il telefonino con il cruscotto, il cruise control che regola la velocità in modo automatico, i sistemi informatici che governano la guida controllando sterzo, freni e ogni altro dispositivo: potremmo continuare ad libitum, ma ci accontentiamo di riconoscere che ognuno di quei gadget è potenzialmente un punto debole pronto ad essere aggredito da un malintenzionato. Ne sanno qualcosa gli scienziati di Langley, quelli che nel quartier generale della Cia da qualche anno giocano a prendere invisibilmente possesso e comando degli esemplari più evoluti della fauna a quattro ruote. Dopo aver imparato a dirottare automobili situate a breve distanza e spesso visibili così da verificare l'esito dei tentativi di scippo di volante, cloche e pedali al pilota in carne ed ossa, i progressi hanno portato ad intervenire restando alla scrivania del proprio ufficio e andando a colpire in qualunque angolo del pianeta.

IL RUOLO DI INTERNET
A chi chiede se si stia fantasticando, mi permetto di far cenno alle auto direttamente connesse ad Internet che incontrano il favore della clientela più esigente. Nel cofano, in pratica, c'è un piccolo server (un tempo avremmo parlato di centralina) con un modulo di comunicazione che consente il collegamento alla rete telefonica e conseguentemente la connessione ad Internet. La macchina, oltre alla targa che la identifica nel rispetto del codice della strada, ha un altro elemento che la individua in maniera univoca.

Al pari di un computer adoperato per navigare sui siti web, l'autoveicolo ha un numero IP ovvero una sorta di Dna che lo rende distinguibile e raggiungibile attraverso la Rete. La vettura è un gigantesco pc con le ruote e questa circostanza la rende attaccabile almeno come un qualunque portatile, tablet o smartphone.

La differenza sostanziale è nei danni che può causare una vettura che finisce fuori controllo o che addirittura viene guidata con istinti omicidi. Che succede se queste tecniche vengono applicate da un'organizzazione terroristica che ha scovato le vulnerabilità del sistema nervoso di un Tir? Nel frattempo - dopo le rivelazioni di Wikileaks - c'è chi a casa guarda in cagnesco la smart tv comperata a Natale. Qualcuno pensa al diritto di recesso, qualcun altro piagnucolante ha già imballato il maxischermo per riportarlo al venditore reo di non aver rappresentato la pericolosità di quell'arnese.

Le tecnologie, specie quelle più sofisticate, hanno sempre un rovescio della medaglia. Le controindicazioni non possono certo frenare il progresso, ma devono indurre ad acquisire una progressiva maggior consapevolezza dei rischi che accompagnano le cose poco conosciute o la cui insicurezza è sovente sottovalutata.

L'ARMA DI DIFESA
Chi vuole salvaguardare la privacy e scongiurare un indesiderato spionaggio televisivo può rimediare senza particolari artifizi. Per evitare falsi spegnimenti che preludono ad intercettazioni ambientali basta staccare banalmente la spina dalla presa di corrente così da avere certezza che la smart tv non può tirare brutti scherzi. E quando la si vuole utilizzare? Altrettanto semplice. Se non si deve adoperare skype o altri sistemi di videochiamata può essere sufficiente un piccolo pezzo di nastro isolante da applicare sulla webcam e sul foro dietro al quale è installato il microfono. La stessa precauzione, adottata anche sul pc portatile e sul tablet, assicura tanta riservatezza in più. Non ce ne voglia Massimo Lopez, ma una non-chiamata allunga la vita.
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