Evasione dell'Iva su auto di lusso, gli arrestati si appellano al tribunale del Riesame

Le indagini della Finanza
di Andrea Arena
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Venerdì 12 Maggio 2017, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 11:26
Operazione Déjà vu, gli arrestati si appellano al tribunale del Riesame. Sono stati depositati – o verranno depositati nelle prossime ore – i ricorsi all'organo contro le misure cautelari disposte dal giudice per le indagini preliminari, Savina Poli, per le sei persone accusate di associazione per delinquere finalizzata a reati contro la fede pubblica e il fisco. Sono tutte agli arresti domiciliari: i tre viterbesi (Elio Marchetti, Carla Corbucci ed Emilia Tiveddu), i due foggiani (Giuseppe De Lucia e Domenico Sordi) e il pontino Simone Girolami. L'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Fabrizio Tucci e condotta dagli uomini della guardia di finanza e della polizia stradale, è basata su una presunta evasione dell'Iva nella compravendita di auto di marca dall'estero: le cosiddette frodi carosello, attuate mediante prestanome e società fittizie.

Il ricorso al Riesame arriva dopo gli interrogatori di garanzia degli indagati viterbesi (difesi rispettivamente dagli avvocati Marco Valerio Mazzatosta e Roberto Massatani, Michele Ranucci e Francesco Massatani) e quelli, avvenuti per rogatoria, dei foggiani e del pontino. Insomma, le varie difese si sono coordinate e hanno scelto questa strada, consapevoli che il Riesame cristallizerà le risultanze dell'inchiesta, anche in prospettiva di un futuro, eventuale, processo.
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