Il Papa: «Con Trump porta socchiusa. Le Ong? Ora serve la verità»

Il Papa: «Con Trump porta socchiusa. Le Ong? Ora serve la verità»
di Franca Giansoldati
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Domenica 14 Maggio 2017, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 12:41

Alle spalle lascia un Paese pieno di cattolici e mangiapreti. Un po' come l'Italia dice Papa Francesco sul volo di ritorno da Fatima dopo la messa oceanica per la canonizzazione dei Pastorelli. Si ritaglia un'ora di tempo per riflettere su alcuni dei problemi dell'attualità. L'inchiesta sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo, per esempio. «Deve andare avanti». «Serve la verità». Poi l'imminente incontro con Trump. «Gli parlerò con sincerità, chiarezza, rispetto». Infine ribadisce che alle ultime rivelazioni di Medjugorie non crede affatto. Per questo sta indagando.
Ci sono società come il Portogallo in cui vive il 90 per cento di cattolici ma poi adottano leggi a favore dell'aborto, dell'eutanasia e dei gay.
Che ne pensa?
«È un problema politico. La coscienza cattolica non è di appartenenza totale alla Chiesa, manca un catechismo umano, ed esiste forse una mancanza di formazione e cultura. Ci sono dei Paesi, non solo il Portogallo, ma anche l'Italia o tanti altri in America Latina che sono cattolici ma anticlericali, mangiapreti. Un po' mi preoccupa e per questo dico ai sacerdoti di fuggite dal clericalismo perché allontana la gente. Il clericalismo è una peste nella Chiesa».

Lei si è fatto pellegrino per canonizzare i pastorelli a 100 anni dalle apparizioni. Cosa significa il messaggio di Fatima per il mondo intero e per la pace, e che cosa si può sperare concretamente dal suo prossimo incontro con il Presidente Trump?
«Il messaggio di pace di Fatima è stato portato al mondo da tre grandi comunicatori, dei pastorelli, che avevano meno di 11 anni. La loro canonizzazione era in programma anche se ha subito una accelerazione. Ne sono stato molto felice. Il mondo ha un gran bisogno di pace. Di cosa parlerò con Trump? Di pace, come con chiunque. Prima di partire mi ha colpito la richiesta di una persona atea che avevo ricevuto assieme ad un gruppo. Mi ha chiesto di incoraggiare i cristiani ad amare di più i musulmani E questo è un messaggio di pace».

Il prossimo 24 maggio lei incontrerà Trump, un Capo di Stato che minaccia di costruire muri, agire sul riscaldamento globale, sui migranti. Che opinione si è fatto del presidente americano e cosa si aspetta da una persona che si muove nella direzione contraria alla sua?
«Personalmente non fornisco giudizi su una persona senza averla prima ascoltata. Nel colloquio che avremo dirò quello che penso e lui dirà quello che pensa. Bisogna sempre ascoltare le persone prima. Sapete bene che ci sono porte socchiuse che si possono aprire. L'importante è parlare delle cose comuni e andare avanti, passo dopo passo. La pace ha una fattura artigianale. Si fa poco alla volta, come l'amicizia tra le persone. La conoscenza reciproca, muta la stima. E' un processo graduale. L'importante è il rispetto che si deve, la correttezza, la sincerità, l'ascolto necessari per camminare assieme».

Lei spera che dopo questo incontro Trump ammorbidirà le sue politiche?
«Questo è un calcolo politico che non mi permetto di fare. Non faccio proselitismo».

Le Ong sono state accusate di collusioni con gli scafisti e i trafficanti di uomini. Che ne pensa?
«L'ho letto sul giornale che sfoglio ogni mattina ma ancora non conosco i dettagli della questione e per questo non posso giudicare. So che esiste un problema e che l'indagine va avanti. Auguro che la verità venga a galla. Auguro che le indagini vadano avanti».

Maria Collins (una signora irlandese abusata da un prete quando aveva 13 anni ndr) si è dimessa a marzo dalla Commissione da lei istituita contro gli abusi. Lo ha fatto per protesta perché diceva che vi erano problemi con la curia. Come stanno le cose e che cosa sta facendo perché i vescovi tengano conto delle direttive antipedofilia?
«Marie Colins mi ha spiegato bene tutto. Lei continuerà a lavorare nella formazione dei sacerdoti. E' una signora molto in gamba. Ha fatto accuse ben precise sui diversi ritardi. Cause che si ammucchiavano, o altri problemi di tipo burocratico. Il fatto è che in questo periodo si è dovuta fare una legislazione apposta. Ora i vescovi diocesani davanti a casi di abuso hanno un protocollo ben preciso da attivare. L'altro problema è che c'è poca gente. L'altro giorno sono state ammesse tre persone in più. Ho cambiato il direttore dell'ufficio disciplinare, che era bravissimo, ma era un po' stanco e così è tornato in Messico a fare lo stesso lavoro. Il nuovo è un irlandese efficiente e aiuterà a velocizzare le pratiche. Stiamo andando avanti. Io personalmente non mai ho firmato una grazia. Ci sono duemila casi accumulati».

Parliamo dei lefebvriani che sono tanto devoti alla Madonna di Fatima. A che punto è l'accordo per fare rientrare lo scisma?
«Alla Congregazione della Fede è stato stilato un testo che sul mio tavolo non è ancora arrivato. In ogni caso i rapporti attuali sono fraterni, l'anno scorso ho dato loro la licenza per la confessione e anche una forma di giurisdizione per i matrimoni. Se hanno dei problemi interni vengono risolti dalla Congregazione, compreso, per esempio, i casi di riduzione allo stato laicale. Con monsignor Fellay ho parlato diverse volte. A me non piace affrettare le cose, meglio camminare e poi si vedrà. Non è un problema di vincitori o sconfitti, ma di fratelli che devono avanzare assieme per voltare pagina».

Le apparizioni di Fatima fanno venire in mente il caso di Medjugorie. Lei cosa ne pensa?
«Cominciamo col dire che tutte le apparizioni, o le presunte apparizioni, appartengono alla sfera privata e non fanno parte del magistero pubblico ordinario. Medjugorie è stata oggetto di un ampio studio da parte di una commissione presieduta da Ruini. Alla fine del 2013 ho ricevuto il dossier e in contemporanea sono stati sollevati dubbi dalla Congregazione della Fede e così ho giudicato opportuno inviare ad ognuno dei membri interni la documentazione. La commissione Ruini ha svolto un approfondito esame, un lavoro ben fatto. Sulle prime apparizioni avvenute quando i veggenti erano ragazzi si deve continuare ad investigare. Sulle apparizioni attuali, invece, emergono dubbi. Personalmente io sono ancora più cattivo perché preferisco l'idea di una Madonna Madre e non a capo di un ufficio telegrafico che ogni giorno invia messaggi. Questa non è la mamma di Gesù. Queste presunte apparizioni non hanno tanto valore. E questo lo dico come opinione personale. Vanno distinte le apparizioni».

Ma Medjugorie è meta di milioni di persone l'anno...
«A Medjugorie c'è tanta gente che va e si converte, incontra Dio, cambia vita.

E non è frutto di una bacchetta magica. E' un fatto pastorale che non si può negare. Ora è stato nominato un vescovo polacco, con esperienza, per valutare tutto l'aspetto pastorale a Medjugorie».

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