Le richieste del trans erano arrivate subito dopo il rapporto, con messaggi e fotografie esplicite (dunque delle “prove” del rapporto) inviate alla vittima. Dopo la denuncia, i carabinieri hanno convinto l'uomo a presentarsi a casa del transessuale, fingendo di voler pagare i seicento euro. Hanno così colto il brasiliano – risultato poi avere diversi precedenti alle spalle – e ad arrestarlo in flagranza di reato.
Già lo scorso martedì mattina il transessuale - difeso dall'avvocato Andrea Fabbio - è comparso davanti al giudice Silvia Mattei. Che ha convalidato l'arresto, ma lo ha rimesso in libertà, ritenendo che la prova del reato (estorsione) sia già stata acquisita con il sequestro del cellulare. Il processo inizierà il 10 novembre prossimo, da stabilire con quale rito.
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