dei problemi, per non lasciare che il fenomeno cresca soltanto sul terreno della protesta e dell’opposizione». L'articolo che ha avuto l’imprimatur della
Segreteria di Stato vaticana prosegue analizzando il panorama politico europeo.
«I populismi, in particolare i neo-populismi europei, rimangono dentro la cornice delle democrazie svuotandole di significato, con la stessa funzione dei parassiti in un organismo».
Il dialogo come percorso comune, come esercizio necessario. «La democrazia o è inclusiva oppure non è; se non considera tutti uguali e liberi, nega se stessa. La storia del dopoguerra ci insegna che forze populiste e antisistema si sono gradualmente democratizzate attraverso un confronto dialettico maturo con le altre forze politiche. Invece, la sinistra e la destra rischiano di abdicare alla loro radicata cultura costituzionale per imitare e sfidare i populisti sul loro stesso terreno. La tentazione che attraversa tutte le
classi dirigenti è quella di generare leader che, senza porre in questione la democrazia, negano il suo significato attraverso la rappresentazione sacrale della loro persona e la pretesa di essere gli unici veri rappresentanti del popolo».
Infine una spiegazione all'aumento del fenomeno dei populismi. Fintanto che «la corruzione nella classe politica e i partiti sono deboli, divisi al loro interno e incapaci di dare una nuova speranza alla società, i populismi continueranno a crescere».
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