Xennial, la generazione nata tra il 1977 e il 1983 è la migliore

Xennial, la generazione nata tra il 1977 e il 1983 è la migliore
di Costanza Ignazzi
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Sabato 1 Luglio 2017, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 17:29
Siete cresciuti con le cassette audio e adesso per ascoltare musica usate una app? Vi ricordate benissimo il classico telefono fisso con la rotellina ma non sapete fare a meno dell'ultimo modello di smartphone? Siete passati senza colpo ferire dal Game Boy alla Playstation, dalla chat Msn ai social, dai primi modelli di Pc ai tablet? Se la risposta è "sì" è ben probabile che siate nati tra il 1977 e il 1983, a cavallo tra la Generazione X, l'ultima prima dell'avvento del digitale, e quella dei Millennial, che non ricordano il mondo com'era prima di Internet.

In pratica siete degli Xennial, per dirla con Dan Woodman, professore associato all'Università di Melbourne, che ha individuato una piccola «generazione di mezzo», quella che ha conosciuto sia il pre-digitale che quello che è venuto dopo, riuscendo ad adattarsi a due «mondi» completamente diversi. «Un'esperienza unica» secondo Woodman, che sottolinea come gli Xennial siano stati in grado di attraversare con successo la fine di un'era e l'inizio di un'altra. 

Complici, forse, un'infanzia e un'adolescenza serena, senza abusi sui social media o umiliazioni via web. «Hanno organizzato incontri con gli amici solo con telefonate da telefoni fissi: si decideva un appuntamento e ci si presentava a quell’ora, ma hanno saputo adattarsi al web e ora fanno tutto attraverso le app». Sostanzialmente il simbolo vivente della capacità di adattamento dell'uomo: gli ultimi a ricordare che, quando la cassetta si inceppava nel mangianastri, il problema si poteva risolvere con una semplice matita e i primi ad acquistare entusiasti un iPhone apprezzando pienamente il fatto che per collegarsi a Internet non si dovesse più tenere libera la linea telefonica.  

Gli Xennial non hanno il pessimismo della Generazione X e nemmeno l'ottimismo dei Millennial, ma hanno saputo mettere a frutto le proprie esperienze passate per guardare con uno sguardo tutto particolare il futuro previsto dai film di quando erano bambini.


 
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