«Il poligono è radioattivo, niente soldi per i controlli»

«Il poligono è radioattivo, niente soldi per i controlli»
di Sara Menafra
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Lunedì 10 Luglio 2017, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 21:27
Se ormai non fosse troppo caldo, mezza Tuscia avrebbe passato proprio lì la domenica, tra pic nic e giri in bicicletta. L’enorme poligono di Monte Romano, in provincia di Viterbo, oltre ad essere tra i più ampi “spazi” dedicati alle esercitazioni militari nell’intera Europa, quando non ci sono eserciti internazionali a testare formazioni e armi, rivela la sua natura di zona verdeggiante e collinare, adatta alle scampagnate e alle passeggiate all’aperto. Eppure, tra queste verdi colline potrebbe essere piazzata una bomba radioattiva pericolosa per i lavoratori ed i residenti.

I PRECEDENTI
Un rischio che al momento non ha riscontri concreti, ma avrebbe bisogno urgente di controlli ed analisi che. Al momento, però, il Centro interforze per le applicazioni militari non può metterele in campo, perché mancano i soldi e la zona è molto ampia. A parlare del rischio concreto che la zona sia inquinata da Torio 232 è un documento proveniente dallo stesso Cisam. Come è accaduto anche in altri poligoni militari - a cominciare dal tristemente noto poligono di Quirra, in Sardegna, dove le malattie e morti sospette sono state molte - in questa area per anni sono stati sparati missili anticarro «Milan» a base di Torio 232.

Dopo la segnalazione arrivata dalla Francia sulla pericolosità per l’uomo di questo componente, tutte le forze armate europee hanno eliminato i Milan dalle loro dotazioni. Nel terreno, però, il metallo pesante è rimasto e anzi, secondo alcune ricerche scientifiche la sua pericolosità diventa massima trascorsi vent’anni di tempo dall’immissione nel terreno. Per dare una misura del rischio - e posto che non c’è ancora misura di quanto sia radioattiva l’area del poligono viterbese - le indagini in Sardegna sul poligono di Quirra hanno permesso di rintracciare tracce di Torio radioattivo dei missili Milan nei corpi di 15 pastori, morti dopo che per anni avevano condotto le greggi al pascolo nelle zone bombardate.

Un pericolo che imporrebbe di controllare immediatamente la zona della Tuscia dove sono stati sparati quegli stessi proiettili. A scriverlo è lo stesso Cisam, che raccomanda anche di controllare che siano ancora in piedi le recinzioni attorno alle zone dove i proiettili sono stati trovati. Il terzo punto della lettera protocollata a marzo scorso e acquisita anche dalla Commissione parlamentare sull’uranio impoverito, che ha avviato controlli ed audizioni sul caso è chiaro: «È opportuno soprattutto procedere ad una completa caratterizzazione radiometrica del sito - si legge nel documento - L’attività di caratterizzazione radiometrica dell’intero poligono, da svolgere preventivamente alle attività di bonifica, non può essere assicurata, data l’estensione dell’aerea, da questo Centro». Il poligono è ancora oggi un luogo di eccellenza per le esercitazioni militari.

LE ATTIVITÀ
Due anni fa si è svolta proprio qui Italian Blade, la più grande esercitazione con elicotteri militari mai fatta in Europa. Ma le attività sono costanti. La Difesa, dice il rapporto Cisam, negli anni ha potuto analizzare solo superficialmente l’area - che misura complessivamente 46 chilometri quadrati. La zona è stata controllata «a vista» e complessivamente sono state trovate settanta «torine», come venivano chiamati i proiettili radioattivi: «Nelle suddette aree - si legge ancora nel documento - le evidenze analitiche e il rinvenimento di frammenti/reperti ha portato a ritenere possibile una contaminazione del terreno dovuto alla frantumazione delle torine all’atto dell’impatto con i carri bersaglio».

Dove le torine sono state trovate l’unica soluzione è stata «delimitare l’area con filo spinato di trenta metri di raggio». Sul resto dell’area la valutazione non può che essere attendista: «I valori riscontrati non mostrano la presenza di rischi radiologici significativi per la popolazione o per i lavoratori - si legge ancora nella Relazione di radiprotezione del Cisam - Resta ben inteso che a titolo precauzionale è opportuno mantenere la segnalazione ed interdizione a suo tempo messa in atto e soprattutto procedere ad una completa caratterizzazione radiometrica del sito».
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