Il risultato è davvero positivo (a cominciare dagli ascolti vicini al 10% di share). Immagini e interviste vanno via veloci, come un'inchiesta giornalistica ben fatta, con temi complicati e non semplici da spiegare che vengono divulgati come se fossero notizie di cronaca. Ed ecco che si scopre che tra qualche anno le banconote non serviranno più. Che i robot ci accompagneranno nell'imminente futuro. Che la cyber security non è un argomento da sottovalutare. Che le funzioni dell'intellingenza umana forse un giorno si potranno delegare e le coscienze si potranno indagare e mostrare a tutti, così come i sentimenti. Che le piante non solo pensano e si emozionano ma sono capaci pure di camminare per seguire la luce (basta mettere alla base un carrello con delle ruote). Il tutto nel segno del progresso e della capacità di migliorare i monitoraggi di settori ancora tutti da scoprire. E in questo ci aiuta il plantoide con le radici che si autostampano all'interno dei campi radioattivi o il telenoide che può interpretare le sensazioni e le emozioni che un malato di sla non riesce a far vedere.
Un programma innovativo e divulgativo della Rai, che a costi di produzione bassi spiega il mondo digitale come se fossimo in una lezione all'università. Gran parte del testo viene scritto in sovrimpressione e le parole chiave vengono evidenziate in modo che il telespettatore - con un tablet a portata di mano - possa scoprirne il significato e comprendere di più la divulgazione. Novità assoluta per Viale Mazzini le interviste integrali in inglese trasmesse sul canale YouTube della Rai.
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